sabato 25 maggio 2013

Astrologia Celtica - dal 6 giugno al 5 luglio



dal 6 giugno al 15 giugno                                         il Cocchiere – Vischio
dal 16 giugno al 25 giugno                                       la Piccola Orsa – Abete
dal 26 giugno al 5 luglio                                          il Grande Cane – Fico

Il Cocchiere – Vischio                  dal 6 giugno al 15 giugno    

Il mito:
Belenos, il dio del Sole, guidava come ogni giorno la sua quadriglia d'oro attraverso il cielo perfettamente azzurro. Dall'alto del suo carro, vide una bella mortale chiamata Modron. Scivolando lungo uno dei suoi potenti e calorosi raggi, Belenos penetrò nel fondo del ventre di questa donna celtica che si era addormentata, nuda, a gambe divaricate, in mezzo alla pianura. Questo vi depositò l suo seme divino e presto nacque Grannos, già splendente come il padre divino. Influenzato sin dai primi giorni dal sangue di Belenos che guida il carro del Sole, egli riunì quattro bei cavalli selvatici che attaccò con un giogo di cinghie di cuoio e con pezzi di legno ad un piccolo carro con due ruote. E' da sempre considerato l'inventore della quadriglia e il primo cocchiere.
L'astrologia celtica gli associa il Vischio, cioè una pianta che cresce sugli alberi senza avere però delle radici proprie. IL colore delle sue bacche ricorda quello dello sperma del divino Belenos e il modo di propagazione del vischio sui rami sembra legato al movimento della quadriglia del Sole nel cielo.

Il carattere:

Il Cocchiere-Vischio si colloca esattamente nel punto mediano di una linea astratta che collegherebbe il sole con i ceppi di piccoli rami di vischio su un bell'albero. Possiede delle qualità solari e lunari allo stesso tempo; è insieme molto estroverso, generoso ed orientato verso gli altri; è completamente narcisista , totalmente egoista e talvolta si comporta come un parassita. Questo carattere doppio gi pone qualche volta dei problemi ma, nella maggior parte dei casi, il Cocchiere-Vischio ama servirsi del proprio potere di attrazione per catturare all'interlocutore la sua sostanza. Grande condottiero di uomini, sa domare gli esseri più intrattabili, sottomettendoli alla propria volontà.
Questo mito di dolcezza e di durezza, l'abilità nel ricompensare e nel punire, lo rendono il più astuto di tutti i nativi della ruota della vita cosmica degli antichi celti. Qualunque sia la stazza e la potenza dei suoi avversari, malgrado il proprio corpo spesso mingherlino, raggiunge lo scopo che si è prefissato con una capacità diabolica, attentamente mascherata da un viso d'angelo. Per paura della ritorsione del potere che esercita sugli altri, senza vergogna, pratica la sua arte con estrema attenzione, non lasciandosi sfuggire niente ed utilizzando ogni difetto che riscontra nel suo avversario. I nati del Cocchiere-Vischio non si fideranno di nessuno: molto materialisti, essi manipolano gli esseri attorno  loro per raggiungere i propri scopi personali. Il Cocchiere-Vischio non ne prova nessuna vergogna perchè continua a pensare, e spesso ha anche ragione, che gli esseri umani siano "troppo umani" e che quindi abbiano bisogno della frusta per dare il meglio di loro stessi.

Rapporti ed amicizie:
Ognuno è "suo amico". Il Cocchiere-Vischio non parlerà mi male di nessuno. Ha sempre una parola gentile ed incoraggiante per difendere quelli che vengono accusati davanti a lui, questo non perchè sia convinto che la persona in causa sia accusata ingiustamente - in fondo, è anche molto più duro e molto "al di sopra di tutto questo"  ma perchè ama sedurre e prova il profondo bisogno di farlo. E' questa la sua forza: quello che utilizza poi per domare qualsiasi ribellione. Sa che i primi istanti di un incontro determinano l'intero corso dei rapporti successivi, quindi sfoggia tutto il suo fascino. Così come il seme del vischio, abbandonato dal corvo nel buco di una corteccia svilupperà per piantare una minuscola radice una forza pari a quella di un potente acido, il Cocchiere-Vischio affonda  suoi pseudopodi affettivi, il suo sguardo conturbante, negli occhi dell'essere che vuole farsi amico. Non pensate però che sia cattivo e subdolo! Si stima superiore, m non esercita il suo potere in modo malefico su prede facili!

Professione:
Il Cocchiere-Vischio è un amministratore di prim'ordine e una guida di uomini fuori dal comune: eccelle nella carriera militare e politica. La sua totale assenza di scrupoli lo dirige verso le professioni legate al settore immobiliare, al commercio, al settore assicurativo, oltre che ai mestieri legati alla costruzione dei mezzi di locomozione. La sua capacità di approfittare di un'apparente debolezza fisica come di un asso nella manica, lo porta speso a rovesciare a proprio favore le situazioni più disperate; trova buoni sbocchi professionali ad alto livello, occupando posti dai quali potrà raddrizzare, ad esempio, imprese in difficoltà.

Amori:
Coloro che amano un Cocchiere-Vischio, sprovvisto di una vera generosità, ricevono ben poco in cambio. Amare qualcuno che vuole essere il maestro assoluto richiede sempre una certa dose di masochismo, tanto più che non vi è neppure compensazione erotica con questo intellettuale, che non riesce a non pensare a sè stesso durante i rapporti sessuali! Benchè a prima vista il Cocchiere-Vischio sembri un essere pieno di desideri è tutt'altra cosa. Non cerca di dividere nulla e obbliga l'altro a dare il meglio di sè stesso: è questo il alto positivo del segno, ciò che lo rende necessario nel gioco dell'armonia cosmica dei trentasei segni della ruota della vita dell'astrologia celtica. Spinge i suoi partners al di là di ciò che essi consideravano i propri limiti amorosi. Il Cocchiere-Vischio rimane comunque sempre in guardia e non segue l'impulso del suo cuore ma quello dei suoi interessi di "cocchiere" che deve, costi quel che costi, arrivare da qualche parte.

Destino:
Inventare la quadriglia, amministrare coscienziosamente, condurre il carro e vivere nella sostanza degli altri non è certo il suo vero destino, ciò verso cui egli si dirige, ne ciò per cui egli è stato creato; non è nemmeno il ruolo essenziale che egli deve avere nella ruota della vita cosmica dei Celti! In fondo, recita la parte mistica del "castigamatti", della "mosca del carro" che fa raddrizzare le colonne vertebrali degli uomini e li guida n avanti, li obbliga a superarsi e a camminare verso le forze soprannaturali, verso la spiritualità e la trascendenza. I suoi sistemi sono terra-a-terra e spesso molto poco inventati. Si fa una grande fatica a capire dove egli dirige lo sguardo: verso l'orizzonte o sul lembo del cielo azzurro che ogni essere umano deve raggiungere un giorno o l'altro.
Il Cocchiere-Vischio è il costruttore del mondo di domani, l'innovatore ed anche colui che permette alle forze latenti di ciascuno di noi di rivelarsi. Egli fa germogliare i semi seppelliti nel cuore dell'uomo, iscrivendo solchi profondi. Che colpa ne ha se come unico strumento agricolo si ritrova una frusta?


La Piccola Orsa – Abete                        dal 16 giugno al 25 giugno                          

Il mito:
C'era una volta un dio-bambino che le lotte e le rivalità tra gli dei avevano allontanato dal cerchio superiore della vita. La madre lo aveva abbandonato in una foresta buia, sperando che un essere del cerchio inferiore lo avrebbe mantenuto in vita fino a quando non fosse abbastanza grande e forte per farsi posto in mezzo alle divinità.
Il bimbo piange ed emette gemiti, coricato sul materasso di aghi di pino che copre i suolo. Attratta dal rumore, un piccola orsa si avvicina grugnendo. "Il miele non ha mai fatto questo rumore", pensa e, mentre decide di andare avanti, sente il suo  cuore pieno di amore e soffre, sotto il suo dolce pelo, si avvina quindi al bambino e lo prende tra le zampe. "E' come un orsacchiotto!" pensa di nuovo; lo adotta e lo nutre con acqua e miele. Siccome il bambino di sera piange, lo appoggia contro il suo seno e lui trova una minuscola mammella che succhia forte; il cuore della piccola orsa è così disponibile e generoso, che appaiono ben presto gocce di latte. Il bambino è riuscito a trasformare la piccola orsa in nutrice. Il dio conserva di questo periodo meraviglioso un commosso ricordo. E' pieno do riconoscenza per questa madre adottiva. Così, quando diventerà il più grande degli dei celtici, Dagda, la porterà in cielo e le attribuirà una stella particolare, posta sulla punta della sua coda e rivolta a Nord. L'Abete è rimasto associato a questa costellazione in ricordo degli alberi della foresta tra i quali il giovane Dagda fu trovato dall'Orsa. 

Il carattere:
Allo stesso tempo generosa ed egoista come un animale, la Piccola Orsa-Abete sconcerta ed attrae quelli che la frequentano. Dà tutto ciò che ha a coloro che ama, ma nella sua vita quotidiana è chiusa, preoccupata, a disagio, soffre spesso di angosce molto forti. Si dimostra materna con tutti ed ama avere ospiti, ma in fondo rimane una grande solitaria. Si ostina a recitare parti positive per nascondere il proprio smarrimento di piccola orsa piena di paura, orfana e privata di ogni tipo di amore vero. Offre uno spettacolo patetico quando chiede affetto e nello stesso tempo lo respinge, incapace di ricevere. E’ la stella polare, il ghiacci ricoperto di pelo. La sua principale carenza risiede nell’incapacità di comunicare. Si inventa sempre rapporti simbiotici nella vita quotidiana, si circonda di bambini che vizia. Minuto per minuto, anche nelle condizioni più favorevoli, si lascia invadere dalla frustrazione dell’amore, che porta nel più profondo di sé stessa e dal quale si lascia travolgere. E’ spesso depressa. Fa talmente tanto per cercare di amare che ci lascia comunque le proprie forze. Quando le sue necessità risorgono per riempirla di amarezza può diventare violenta.

Rapporti ed Amicizie:
Per i nativi di questo segno, il dramma principale sta nella solitudine vissuta male e nel perpetuo bisogno di essere amati. Essi cercano “disperatamente” un amico o un’ amica. Chi riesce ad ascoltare attentamente questi esseri che si lamentano continuamente, mentre non sembrano in condizioni particolarmente svantaggiate? Chi accetterà di passare il proprio tempo con qualcuno che non fa altro che piangere sulle sue frustrazioni? Soprattutto quando l’amico si accorge che, invece che esserle di sollievo, non fa altro che rafforzare le sue lamentele ed il suo compiacimento nel dolore. La festa di San Giovanni, d’estate, festa dei maghi e delle streghe viene celebrata in questo segno. Ciò si spiega n modo sorprendente: si tratta di gente istruita per quanto riguarda i problemi dell’aldilà e del mondo invisibile, di gente con una forte inclinazione per la pratica delle discipline esoteriche, eppure continua ad avere rapporti con le forze demoniache, le emozioni negative della natura umana - gelosia, invidia, odio, desiderio di costringere qualcuno ad amarli – e ad esaltarle utilizzando tecniche mistiche.

Professione:
La Piccola Orsa-Abete sceglie in generale professioni con un rapporto di dipendenza in cui può recitare le sue parti preferite: quella della serva- nutrice e quella della poveretta – maltrattata.
Ad esempio sceglie un impiego con un capoufficio dal carattere esecrabile; cura gli infermi incurabili, ecc. Naturalmente, in qualsiasi società ci devono essere delle persone come lei, capaci di dedicarsi agli altri dimenticando completamente i propri interessi. Accanto a quelli che soffrono “davvero”, essa dimentica per un attimo il proprio narcisismo. Alla Piccola Orsa-Abete sarà concesso di dare buoni frutti nelle professioni artistiche; questi frutti dopo essersi cucinati a lungo uniti  molto zucchero, daranno marmellate con un delicato gusto di miele. Quando la Piccola Orsa-Abete cerca bene, si accorge che trova ciò di cui ha bisogno.

Amori:
Sono amori difficili quelli della Piccola Orsa-Abete a causa della contemporanea presenza di immensi bisogni e dell’incapacità a ricevere!

Destino:
Perché la Piccola Orsa-Abete non riesce a capire il proprio destino? Si tratta di un errore di interpretazione continuamente rinnovata. Dispone di una capacità di amare grande come il Sole nel solstizio d’estate, ha molto da dare a quelli che la circondano, ma si arena nella tristezza che nasce in lei per la certezza di una fine che si avvicina. E’ come un sole che si oscura prima del solstizio d’estate, rifiutando di continuare la sua corsa e di andare ad illuminare l’emisfero del sud. Ossessionata dal fatto che in questo mondo tutto cambia e tutto ha un fine, preferisce piangere anche le cose migliori, pensando al momento in cui la felicità le sfuggirà, piuttosto che godersi la vita quando la felicità può essere divisa con tutti quelli dai quali vorrebbe amore.
Se la Piccola Orsa-Abete riuscirà a cambiare sé stessa, a scacciare i pensieri negativi, la paura del domani, le sue angosce spariranno. Allora, darà il suo calore a quelli che saranno vicini e verrà riverita come la nutrice degli dei e degli uomini, la madre celeste. Sia essa una donna o un uomo, è consigliabile che la Piccola Orsa-Abete s’impegni in attività creative che l’assorbano completamente: così si compirà il su destino, con accanto un essere sempre nuovo da nutrire e da amare.


il Grande Cane – Fico                                       dal 26 giugno al 5 luglio      

Il mito:
Mabon, il dio solare, ama la caccia. Lo si può incontrare, armato del suo arco e delle sue frecce, all’interno dei boschi fitti. Egli è sempre accompagnato da un Grande Cane, chiamato Drudwyn, che ha ricevuto dal dio il privilegio di non lasciarsi mai sfuggire la preda che insegue.
La leggenda racconta dell’eroe Kulhwch che doveva combattere contro il cinghiale Twrch Trwyth, così veloce che nessuno era riuscito a prenderlo. Kulhwch invocò il dio Mabon e gli promise un sacrificio, chiedendo in prestito il Grande Cane Drudwyn, il dio acconsentì e Kulhwch partì per la caccia. Drudwyn fiutò il cinghiale ed inseguendolo per tre notti e tre giorni, lo spinse verso una cascata molto profonda e l’eroe riuscì ad ucciderlo.
Per commemorare questo brillante avvenimento, il dio Mabon, una sera, lasciando il settore del cielo che da solo illuminava, fisso l’immagine del Grande Cane sulla volta celeste. Da allora, c’è la costellazione che porta il suo nome: una stella molto brillante illumina la notte, appoggiata sulla sua  fronte, e simboleggia la fedeltà, la resistenza e la perseveranza.
Il Fico è anch’esso un grande amico degli uomini perché il suo frutto può conservarsi a lungo dopo essere stato essiccato sotto i raggi del sole; quest’albero viene associato, nell’astrologia celtica, a questo straordinario animale.

Carattere:
Nei tempi molto antichi, i matrimoni venivano preferibilmente celebrati quando il sole attraversava questo segno astrologico. Gli sposi beneficiavano così per tutta la vita della protezione del Grande Cane-Fico e rimanevano fedeli l’una all’altro, aiutandosi e dandosi reciproco sostegno ed affetto.
Il Grande Cane-Fico è un essere appassionato ed istintivo. Il cuore in mano, sempre pronto ad aiutare non è disponibile però quando caccia o se sta mangiando. E’ molto indipendente, ma gradisce la compagnia e si affeziona “fino alla morte” ad una persona che quindi accompagnerà dappertutto.
E’ sempre allegro quando si trova con chi ama, non lo è mai quando è da solo. Può essere distante, assente ed in quei momenti si isola dagli altri e si immerge in sogni molto tormentati, simili agli incubi, dai quali riemerge rigenerato e purificato. Non è invadente, salvo quando ha bisogno di affetto e di carezze; ama che il suo nome venga associato a quello del suo “padrone” e si accontenta del ruolo di amico, non ritiene di avere una vera e propria identità. Possiede in fondo un carattere molto semplice: ha bisogno di essere legato a qualcuno e di avere un ruolo preciso da svolgere, questo deve corrispondere sia ai suoi istinti più profondi, sia ai progetti del suo “padrone”. Molto resistente, non si annoia mai se può correre in libertà, spesso anche a caso.


Rapporti ed amicizie:
Il Grande Cane-Fico è più di ogni altro nativo della ruota celtica dedito ai rapporti umani. Per lui sono una necessità vitale, sebbene egli sia molto esclusivo; quando vi ha scelto come vero amico, e se lo avete trattato come tale, non cacciatelo mai via dalla vostra vita perché lo rendereste molto, davvero molto infelice. Il Grande Cane-Fico può sopportare tutto senza soffrire eccetto che la perdita del suo amico “padrone”. Il rapporto è per lui eterno a tal punto che spesso si incontrano individui di questo segno che continuano a vivere, con dedizione esemplare, assieme a persone ormai diventate pazze, violente, alcolizzate o completamente inferme. Il Grande Cane-Fico non lascia mai il suo amico, anche quando muore: si corica sulla sua tomba e aspetta di raggiungerlo. La morte del resto è una delle preoccupazioni fondamentali della sua vita: ma solo quella che può colpire i suoi amici, alla propria non pensa mai.

Professione:
Gli si addicono perfettamente tutti i mestieri che richiedono dedizione, disciplina e resistenza: la carriera militare, i ruoli di vigilanza, sorveglianza, di protezione ed assistenza sono  mestieri che apprezza di più. Cerca sempre un impiego nel quale le proprie qualità e la propria competenza possano essere ben riconosciute ed utilizzate. Non indietreggia davanti agli sforzi, se i rapporti con i diretti superiori sono buoni ed essi si dimostrano cordiali e comprensivi.

Amori:
Il Grande Cane-Fico è essenzialmente sensuale. Non è sempre brillante o molto tenero nei suoi rapporti sessuali, ma si dimostra caloroso e stimolante. E’ uno strano amante, anche se dal punto di vista affettivo rimane molto fedele, si lascia facilmente coinvolgere in storielle ed avventure sessuali passeggere, nelle quali si impegna totalmente, trascurando allora tutte le proprie responsabilità, anche quelle nei confronti della famiglia, se ne ha. In seguito sente un grande senso di colpa e, per settimane o anche mesi, cercherà di farsi perdonare dimostrandosi pieno di premure verso il coniuge.

Destino:
La stella oggi chiamata Sirio, una delle più lucenti del Cielo, che secondo la leggenda fu messa dalla dea Arianrod sulla testa del Grande Cane, ci permette di capire meglio l’eccezionale destino de nativi di questo segno. Durante la loro vita, compiono tutti i loro doveri molto scrupolosamente, ma semplicemente, senza porsi troppe domande. Se raggiungono posizioni ambite nella vita, se vengono “spiritualizzati” o anche “santificati”, non è perchè lo abbiano cercato: non hanno mai fatto niente per arrivarci. Il destino del Grande Cane-Fico è sempre inatteso, come una sorpresa, un premio, un ricompensa finale che corona gli sforzi del coraggioso animale e che accoglie con sincera umiltà. Non c’è il rischio che ciò gli faccia “girare la testa” perché in fondo è molto equilibrato. I frutti delle sue opere sono sempre distribuiti generosamente attorno a lui, perché non è egoista e ama fare piaceri.