mercoledì 28 agosto 2013

Astrologia Celtica - dal 7 settembre 7 ottobre

dal 7 settembre al 17 settembre il Corvo – Ginepro
dal 18 settembre al 27 settembre il Bovaro – Bagolaro
dal 28 settembre al 7 ottobre l’Eroe Terrestre – Pioppo


il Corvo – Ginepro dal 7 settembre al 17 settembre

Il mito:

Il dio Lug si sveglia e le sulle labbra si lasciano sfuggire un lungo sospiro di soddisfazione: la sua amante, una bella mortale, dorme ancora contro il suo petto. Rivede la sua meravigliosa notte d'amore ed accarezza, intenerito, il ventre gonfio della sua compagna che gli darà un figlio tra qualche giorno. Dovendo stare lontano per qualche tempo a causa dei suoi impegni divini, chiama a sé il suo animale preferito, che lo aiuta anche nella pratica divinatoria: il Corvo bianco. L'uccello si appoggia sulla sua spalla, l'orecchio rivolto alla bocca del suo padrone, ancora mezzo addormentato, che gli dice: “Ti affido la mia bella, cerca di impedire a qualsiasi mortale di venire a dividere il suo letto. Mi dovrai riferire tutto ciò che succederà durante la mia assenza.”
Il Corvo bianco acconsente e gli promette di ubbidire. Al suo rientro, Lug interroga il corvo, che ha anche promesso alla giovane donna incinta di non dire niente delle sue notti di amore con un giovane pastore. Il Corvo bianco mente così al suo padrone; il dio s'infuria e per punirlo gli annerisce le piume e lo condanna all'eterna subordinazione. D'ora in poi il Corvo, privo di libertà, sarà totalmente sottomesso alla volontà del dio Lug. Questo mito illustra le malefatte della coscienza, quando si separa dalla divinità che vi risiede. La coscienza può essere luce; diventa una consigliera nera quando acconsente alla menzogna e si mette al servizio delle forze delle tenebre.
L'astrologia celtica associa il Ginepro a coloro che nascono con il Sole nella costellazione del Corvo, per ricordare che solo le radici hanno il diritto di affondare nell'oscurità, mentre i rami e le bacche deliziose devono crescere nello splendore della luce. Le bacche del Ginepro diventano nere quando sono mature: ciò simboleggia la coscienza dell'uomo che si allontana sempre dal suo essere profondo e il cui colore diventa più scuro quando diventa matura, quando segue le leggi della natura.
La leggenda ci dice che quando la città di Lione fu fondata (Lug-Dunum), molti corvi scesero dal cielo per rappresentare il dio della divinazione, il grande Lug che vede tutto e sa tutto.

Il carattere:
Abbastanza spinoso come carattere! I frutti devono certamente essere cucinati col fuoco o addolciti dal gelo per diventare mangiabili. Nelle nostre campagne circola una strana ricetta: se volete mangiare un corvo, bisogna mettere l'uccello in una padella piena di acqua bollente, dopo avergli levato tutte le piume, nel fondo della pentola si mette anche una pietra trovata per strada. La durata della cottura del volatile varia: quando la pietra sarà cotta, si potrà servire il corvo nel piatto degli ospiti! Molto indipendente,e quindi spesso solitario, il Corvo-Ginepro segue sempre le proprie idee e rifiuta di ubbidire a chiunque. Nessun consiglio, nessuna minaccia sembrano capaci di fargli cambiare idea: spesso silenzioso, si potrebbe pensare che sia privo di interesse per chi lo circonda, per le situazioni sulle quali sembra sorvolare. Ma non è per niente vero: rimane sempre vigile. Timoroso, spesso senza motivo, il Corvo-Ginepro passa giorni e notti sul “chi va là”. Eccolo partire, al minimo disturbo, nel suo mondo etereo in cui sembra trovare risorse e tranquillità. Un po' superbo, spesso suscita commenti negativi e i suoi conviventi non sanno mai proprio come catturare la sua attenzione e ottenere il suo affetto. Nella maggior parte dei casi si basta, fino a quando non incontra qualcuno della propria specie, allora può aprirsi, anche se lo si può sapere solo quando batte ormai armoniosamente le sue ali e fa risuonare il suo grido nell'aria. In realtà il Corvo-Ginepro è un mistico che cerca che cerca la sua strada nell'immensità cosmica. Ha delle radici capaci di nutrirlo nelle zone più aride, più disgraziate, è uno spigolatore che sa recuperare i semi buoni nel campo dei vicini. Avvicinarlo e addomesticarlo non è molto facile. Spesso, la sua superbia lo fa sembrare arrogante ed egoista: è molto parsimonioso, non è certo la generosità a caratterizzarlo: “Tutti per me e me per me”...questo sembra essere il suo moto. Eppure non è poi così cattivo: una volta tolte le spine, può diventare un compagno attraente, malgrado le esigenze e le negligenze che lo rendono difficilmente sopportabile.

Rapporti ed amicizie:
I suoi grandi amici, senza andarli a cercare lontano, sono altri nativi dello stesso segno; con loro regna la complicità e quindi bisogna sorvegliare i campi di grano o di granturco: quando formano una banda, sono strani uccelli, con intenzioni poco raccomandabili

Professione:
Come fare quando si è in preda all'ambizione e alla sete di vivere intensamente, quando l'unica dote personale che si dispone è l'arte i volare e di rubare? Il Corvo-Ginepro non diventerà sicuramente un agricoltore! Il suo principale handicap è quello di odiare il lavoro: lo trova ingiusto e non adatto a sé: Cerca sempre un'attività proporzionata alla propria immensa energia( non è un fannullone, assolutamente)e all'idea che egli ha di sé stesso, della propria dignità e dei propri diritti a darsi da fare per i più alti incarichi. Nella maggior parte dei casi, si dimentica di essere nero ormai da molto tempo, non riesce ad ammettere di essere l'animale preferito del dio Lug, depositario dei segreti cosmici e quindi, deluso, affonda nella propria cupezza, reprime i rancori e, incapace di accettare la propria punizione, diventa un imbroglione (neanche di alto rango). Non è proprio cattivo! Si dimentica soltanto di pagare i debiti, le compere, oppure discute sul prezzo per ore e cerca di ottenere vantaggi ai quali non ha diritto. Non è nato per comandare eppure desidera avere un po' di potere: quando lo ottiene, non sa cosa farsene perchè non è ciò che desidera veramente. Il Corvo-Ginepro può realizzarsi professionalmente solo se diventa un'eminenza grigia, il capo di una rete di informazioni, la spia di qualche illuminato, invidiato e rispettato, dal quale può derivare una parte della sua gloria per ritrovare il proprio colore bianco originale.

Amori:
Ecco il campo in cui questo nostro uccello non può farsi notare. Grande seduttore o bella principessa, non dimentica nessuna magia per ottenere tutto dall'amato(amata). L' avidità amorosa del Corvo-Ginepro non è sempre gradita da chi è stato affascinato dalla sua personalità: costoro finiscono spesso con il fuggire, pieni di rimpianti, ma sani e salvi. Maschilista al massimo, oppure divoratrice di uomini, i nati del Corvo-Ginepro frequentano molto le strade in cerca in cerca del partner ideale o di una compagna docile. Più che tenero o appassionatamente innamorato, il Corvo-Ginepro è soprattutto un essere sensuale, gaudente, spesso privo di qualsiasi forma di romanticismo. Grande consumatore di rapporti sessuali, il Corvo-Ginepro potrà scegliersi bene il proprio partner ideale o una compagna docile.

Destino:
Il destino del Corvo-Ginepro è quello di riconciliarsi con il dio Lug e di ritrovare il suo colore bianco originale. Questo può realizzarsi solo con un ritorno alle origini, con una reale ammenda, con un riorientamento della traiettoria del volo che permetterebbero di ripagare il dio per il tradimento passato e di sfuggire così alla punizione. In modo concreto, conviene modificare l'elenco delle priorità della vita e riorganizzare i valori fondamentali in un ordine armonioso, in sintonia con le leggi cosmiche della giustizia, del rispetto e dell'ubbidienza agli dei ed alle forze della natura. L'astrologia celtica consiglia al Corvo-Ginepro di trascendere il suo materialismo grossolano e lo esorta a provare ad aprire il proprio cuore alla spiritualità per essere di nuovo illuminato e riportato al proprio colore originale.


il Bovaro – Bagolaro dal 18 settembre al 27 settembre

Il mito:
A quei tempi, i Celti vivevano ancora di raccolta della frutta, di caccia e di allevamento nomade. Un padre morì lasciando due figli tra i quali dividere la sua eredità. Uno dei due figli, molto avido, tenne tutti i beni per sé e cacciò il fratello, lasciandolo portare via solo due buoi dalle grandi corna. Artorix, il fratello leso, si ise in cammino, attraversò la foresta, cercando cibo e luoghi accoglienti. Incontrò così Esus, il dio boscaiolo. Dopo aver ascoltato le disavventure di Artorix, Esus il dio buono che esaudisce tutti i desideri, abbattè un Bagolaro(albero simbolico che ancora oggi porta il nome generico latino di Celtis), tagliandone i rami, ne riquadrò una parte del tronco: preparò così un giogo ed un timone, venne anche tagliato un grosso ramo che passò attraverso la fiamma del fuoco. Artorix ricevette così da Esus il primo aratro, egli fu quindi il primo ad aver arato un campo con l'aiuto dei buoi, nell'equinozio d'autunno, per seminare dei cereali. Egli viene così considerato l'iniziatore dell'agricoltura, e l'istitutore dell'arte del nutrimento attraverso la coltivazione della terra-madre.
La costellazione del Bovaro è rimasta associata all'equinozio di autunno ed al Bagolaro. Questo albero dalle foglie caduche segue il ritmo delle stagioni e porta i suoi piccoli semi – simboli dei cereali – a maturazione sempre nella seconda metà del nostro mese di settembre. Nel cielo. Il Bovaro sembra seguire la costellazione dell'Orsa Maggiore.

Il carattere:
Inflessibile e resistente, il Bovaro-Bigolaro è un essere solido, perseverante che sa quello che fa e perchè lo fa. Questo essere rustico non si pone tanti problemi filosofici sul significato della vita: trova la risposta ai suoi quesiti nel lavoro che permette il sostentamento nella vita, della salute e delle gioie terrene. Non vi è nessuno più concreto di lui nella ruota della vita cosmica. Scava la propria esistenza come un solco nel campo: solo per interrare i semi che germoglieranno, cresceranno nell'ombra e forniranno il cibo di domani. E' un essere profondo: ha il senso della misura, della conservazione ed anche del sacrificio. Bisogna seminare i semi del suolo, restituirli alla Grande Madre, perchè Ella ce li restituisca centuplicati. Non fa mai spese a caso, per cose futili: vede tutto come un investimento. Elabora molti piani, dopo aver osservato la natura ed averne capito le regole, ne rispetta le leggi. Al limite, si dà da fare affinchè queste seguano la direzione che a lui conviene, poiché pensa in termini di rendimento e profitto, in qualsiasi campo. Talvolta taciturno ed estremamente testardo, il Bovaro-Bigolaro ha qualità corrispondenti ai suoi difetti: ci si può fidare totalmente di lui, perchè è generoso. Si dice che abbia un “cuore d'oro”. E' famoso anche il suo “pollice verde”. Non si occupa di preconcetti o teorie: gli interessano solo la pratica e l'esperienza diretta. E' estremamente metodico e non ammette errori: ritiene indispensabile ripararli per purificarsi. Corregge comunque le proprie azioni, i propri sentimenti, i propri pensieri per adattarli alle esigenze del momento, ciò lo porta a non avere la lungimiranza di una visione a lungo termine. Per questo, il Bovaro-Bigolaro , così rispettoso delle tradizioni e delle leggi della natura, così conservatore nell'anima, può lasciarsi convincere dalla prima informazione scientifica che gli capita di sentire e dalla prima esperienza concreta che conferma tale informazione. Pieno di qualità, ecco il Bovaro-Bigolaro solo, con una mentalità un po' ristretta, un modo di ragionare che bada ai risultati immediati, valutando gli esseri e le cose troppo da vicino, con la conseguenza di commettere errori spesso difficili da correggere, perchè i vantaggi di ciò che ha realizzato costituiscono poi degli ostacoli al cambiamento e alla revisione.

Rapporti ed amicizie:
Fedeltà e solidarietà, queste sono le qualità del Bovaro-Bigolaro per quanto riguarda i rapporti di amicizia. Nessuna grande promessa, nessuna frase sull'amicizia eterna. Una stretta di mano vale più di qualsiasi contratto al mondo. Del resto, è così che da secoli si concludono tutte le transazioni. Il Bovaro-Bigolaro si sente maggiormente impegnato dalla parola data che dalla propria firma. I rapporti tra gli esseri umani e non umani ( animali, piante, terra, cielo, tempo) sono fondamentali per lui. Sa che l'uomo è solidale in tutto l'universo. E' il primo ecologista cosciente.

Professione:
Naturalmente, si incontra spesso il Bovaro-Bigolaro in ambienti rurali o in lavori legati all'agricoltura, alle macchine utensili o ai campi, che riguardano la produzione e la distribuzione del cibo. Il Bovaro-Bigolaro dovrebbe dedicarsi a professioni intellettuali o artistiche con molta prudenza: non vi eccelle e rischia di soffrirne molto. Gli conviene evitare anche i mestieri che riguardano la guerra e il diritto: bisogna essere veloci e vendicativi, pronti a comandare o a sottomettersi. Il Bovaro-Bigolaro, anche se molto conservatore, tiene molto alla propria indipendenza: ama organizzare il proprio lavoro a modo suo, seguendo i ritmi della natura, le tradizioni. E' un essere originale: ama essere sempre impegnato, ma non stressato. Non vuol dover accelerare un ritmo che ama regolare, quasi un routine, ad ogni modo ciclico ed ordinato. Il Bovaro-Bigolaro può anche sviluppare le proprie qualità in carriere nelle quali le sue capacità di innovazione tecnica e la sua ingegnosità possono trovare applicazione. Ad esempio può trovare molte soddisfazioni nella ricerca orientata agli sbocchi concreti delle scoperte scientifiche, o in mestieri che hanno come obbiettivo il trasformare il valore di beni già esistenti. Sensibile ed attento ai particolari, eccelle in professioni che richiedono delle “finiture” curate.

Amori:
Il significato dell'amore, per questo segno, risiede essenzialmente nella formazione di una famiglia. Anche se molto sensuale, il Bovaro-Bigolaro non riesce mai a liberarsi della preoccupazione delle conseguenze dei suoi atti. In amore, pensa alla “produzione” di figli. Lo scopo delle relazioni sessuali è quello di riprodursi, di perpetuare il genere umano, gli suggerisce sempre il suo essere profondo. Poco romantico, per niente un esteta, il Bovaro-Bigolaro si sceglierà un marito o una moglie seguendo i criteri di un allevatore di cavalli: sempre con lo scopo di “migliorare la razza”. Se sceglie un essere, quest'ultimo deve essere sano e robusto.

Destino:
Per il Bovaro-Bigolaro, si tratta di diventare Esus in persona, il dio ingegnoso che esaudisce tutti i desideri. Il destino del Bovaro-Bigolaro passa attraverso orte strette. Una volta superate queste soglie, si accorge che l'universo esterno non è altro che il riflesso della sua vita intima, l'ordine cosmico che egli osserva e decifra non essendo altro che la propria creazione artistica. Lui, che si dichiara un materialista inguaribile, può accorgersi allora del fatto che tutti gli avvenimenti della propria esistenza sono il prodotto della propria immaginazione. Scopre quindi che esiste in lui uno Spirito, una forza di coesione e di coerenza all'origine della sua vita quotidiana. Smettendo di ubbidire al mondo delle apparenze raggiunge il suo grado supremo; se il Bovaro-Bigolaro saprà attaccarsi all'aratro per arare la propria anima, essa darà luogo ad una esistenza ricca di significati e di simboli.



l’Eroe Terrestre – Pioppo dal 28 settembre al 7 ottobre

Il mito:
Dis, il dio padre degli dei e degli uomini, meditò a lungo prima di arrivare alla seguente decisione: “Voglio generare un figlio con una mortale, questo figlio sottomettendosi a prove incredibili, con il proprio coraggio, arriverà da solo al rango degli dei. Otterrà allora l'immortalità e diventerà il protettore degli dei e degli uomini.” Egli scelse quindi con cura la donna che avrebbe potuto generarlo e si unì a lei trentasei ore, assumendo le sembianze del suo legittimo sposo.
Nel decimo mese lunare Ogmios che iniziò subito a parlare e che inventò l'antica scrittura celtica, denominata ancora oggi Ogman: questo fu il primo segno. Il verbo è il creatore della vita ed allontana la morte: Ogmios aveva appena compiuto il suo primo atto di protezione nei confronti degli dei e degli uomini. Eseguì quindi i dodici famosi lavori, che gli consentirono di essere paragonato al dio Ercole al tempo della conquista romana. La costellazione che porta oggi il nome Ercole si chiama Ogimios da secoli, dal nome dell'Eroe Terrestre della mitologia celtica. La clava dalla quale Ogimios non si separa mai è ricavata dal egno di un pioppo, un albero che cresce alto verso il cielo, come l'Eroe Terrestre dall''indomita volontà, capace di diventare immortale con la propria forza.

Il carattere:
La sua inflessibile volontà e la sua perseveranza sono proverbiali per i Celti. Nessuno ha mai visto l'Eroe Terrestre- Pioppo rinunciare ad una azione o un combattimento. Ama e ricerca le prove più difficili. La sua forza da super uomo lo rende a volte irascibile e poco gentile; la sua resistenza spaventa spesso coloro che lo avvicinano, assomiglia ad un Tirannosauro in piedi, pronto a distruggere tutto il suo cammino, il corpo teso come un arco in un fantastico sforzo, oltre la condizione umana. Sembra spesso instabile e poco accomodante perchè la realizzazione dei propri scopi è prioritaria in tutti i suoi rapporti con il mondo. Quando si mostra in società egli viene notato: è molto diverso dalla maggior parte della gente. Quando attraversa la folla, modifica il proprio comportamento: lo si potrebbe considerare un eccentrico, un originale, persino uno snob, ma questi criteri di giudizio non sono appropriati alla sua eccezionale personalità. Affascina, ma nello stesso tempo preoccupa: sembra sempre guardare altrove, distante dalle abituali preoccupazioni degli uomini. Detesta essere disturbato o in ritardo. Tutti i suoi desideri sono degli ordini che realizza immediatamente. Non sopporta che gli si resista e piega tutti gli ostacoli con la sua forza: viene spesso soprannominato “bulldozer”. Anche se sembra un po' burbero, è in realtà molto sensibile, ma non lo dimostra, svela raramente i propri sentimenti e sembra distaccato dai rapporti umani quotidiani.

Rapporti ed amicizie:
I rapporti che stabilisce sono molto superficiali, oppure molto profondi, ma sempre legati alla realizzazione dei propri progetti. In amicizia, si ritrova sempre a fare la pare del fratello maggiore, del protettore, e riceve molta riconoscenza da parte degli altri. Spesso viene chiamato a riparare torti e si arrabbia terribilmente quando viene minacciato uno dei suoi amici; in quei casi è meglio non doverlo affrontare.
I suoi lavori, come le sue lotte, ne fanno u campione contro le sue forze distruttrici dell'Universo. E' simbolo della solidarietà umana.

Professione:
E' certo meglio non indirizzare un figlio Eroe Terrestre- Pioppo verso una professione statale o di piccolo commercio: le professioni in cui egli eccellerà ( perchè cambierà più volte nella sua vita) saranno quelle che avrà scelto da sé e che gli daranno sempre molto da fare. Ama comunque le difficoltà, le sfide alla propria intelligenza o alla propria forza. Apre nuove vie in tutti i settori che avvicina. La crescita verticale del Pioppo simboleggia la volontà di raggiungere i gradi più elevati della spiritualità. Un Eroe Terrestre- Pioppo famoso ( lo sono quasi tutti se non sono inibiti o sviati dalla loro vocazione) portava addirittura il nome di Mahatma, ossia “grande Anima”, si tratta di Gandhi.

Amori:
Come amante è un po' violento e rozzo. Non è né romantico, né partigiano dell'amore platonico. Bisogna che il suo partner non sia troppo esigente in amore e che si accontenti del riposo del guerriero, altrimenti la vita rischia di diventare molto triste. La fedeltà è la specialità dell' Eroe Terrestre- Pioppo, ma il suo corpo rischi di avere desideri diversi da quelli del cuore; il fatto che sia figlio illegittimo di un dio e di una mortale spiega perchè non considera molto importante la sessualità. Può essere licenzioso e salace in certi momenti, soprattutto se il combattimento del giorno è stato faticoso, e dopo aver abbondantemente bevuto per festeggiare la propria vittoria.

Destino:
Sarebbe un errore ritenerlo un arrivista, un ambizioso o un megalomane, è un essere tutto teso verso uno scopo elevato, il ritorno della divinità nell'uomo. Il rapporto tra Ogmios e il Verbo fornisce il filo conduttore del destino eccezionale dell' Eroe Terrestre- Pioppo, evadere dal proprio corpo, dalla materia e, attraverso particolari equilibri tra volontà e disciplina, raggiungere l'essenza divina che risiede nel cuore di ogni uomo.

Il fatto che questa metamorfosi si effettui sviluppando la forza muscolare indica quanto scrupolosa perseveranza dimostra l' Eroe Terrestre- Pioppo. Scagli pure la prima pietra colui che non ha mai avuto il piacere di respirare l'aria pura delle vette! Gli altri possono capire questa ricerca dell'impossibile nel superamento della realtà animale attraverso la metamorfosi corporea: ci troviamo difronte al mistero celtico della resurrezione del corpo quale fine della trasmigrazione dell'anima nelle varie incarnazioni.




giovedì 1 agosto 2013

Astrologia Celtica - dal 7 agosto al 6 settembre

dal 7 agosto al 17 agosto il Vascello – Tasso
dal 18 agosto al 27 agosto il Calderone – Sorbo
dal 28 agosto al 6 settembre il Centauro – Cotogno

il Vascello – Tasso dal 7 agosto al 17 agosto

Il mito:
Ci fu un tempo in cui Cernunnos, il dio dalle corna di cervo, decise di abbandonare gli uomini al loro destino e di non proteggerne più a caccia. Iniziò così un periodo oscuro: le forze più potenti sembravano cedere e la terra si stava spopolando. I popoli celtici si riunirono nel loro grande cerchio di pietre in piedi e parlarono delle cause della partenza del loro dio protettore, il buon e benevolo Cernunnos, al di là dai fiumi, dai fiori e dal mare. Nessun sacrificio alle sorgenti, ai corsi d’acqua, ai laghi era riuscito a far tornare il dio. L’assemblea concordò sulla necessità di mandare fino al rifugio di Cernunnos degli ambasciatori, a bordo di un grande vascello con la prua curva. Questi “inviati speciali” dovevano convincere il dio a tornare in mezzo al popolo sei Celti. I più coraggiosi e intelligenti guerrieri salirono sulla nave che una sera salpò. La nave viaggiò a lungo, attraversando universi fantastici e, dopo lunghe traversie e duri combattimenti, nel corso dei quali vi furono numerosi morti e feriti, essa riuscì a ritrovare il dio Cernunnos. Egli si annoiava talmente che già si era preparato a raggiungere il suo popolo: non fece quindi nessuna difficoltà a tornare. Il grande Vascello si alzò nell’aria; Cernunnossi appoggiò al suo albero affinchè questo non si rompesse sotto la pressione del vento che a quell’altitudine era molto potente. Gli eroi furono accolti con grida di gioia e banchetti a base di selvaggina di ogni tipo per festeggiare il ritorno di Cernunnos. In ricordo di questo avvenimento, quest’ultimo decise di piazzare il Vascello nel Cielo.
L’astrologia celtica associa a questa costellazione, chiamata oggi Nave, un albero dalle foglie appuntite come armi, coi frutti rossi ma con una piccola depressione nera in fondo, per ricordare i combattimenti che dovettero affrontare gli eroi per far tornare il dio e l’era dell’abbondanza: si tratta del Tasso, albero sacro tra gli alberi sacri ai Celti.

Il carattere:
Il Vascello-Tasso è destinato a portare lontano altri uomini. Varie volte, durante la propria vita, attraversa tempeste spaventose o vagabonda senza meta in universi misteriosi, popolati da grandi uccelli bianchi con grida stranamente stridule, oppure rimane immobile, con le vele a mezz’asta, quando il vento smette di soffiare. Il su carattere è uno dei meno stabili della ruota della vita cosmica dell’astrologia celtica: il Vascello-Tasso vive seguendo gli avvenimenti, come se egli dipendesse da oro. I periodi autunnali sono particolarmente negativi. Il Vascello-Tasso può avere il vento in poppa, essere intraprendente e raggiungere livelli elevati di successo per sé e per chi gli sta accanto, oppure rimanere in fondo al proprio letto, in preda a terribili depressioni, dalle quali sembra incapace di uscire, in realtà, riesce sempre a tornare a galla!. Tutte queste vicissitudini derivano dalla sua natura impersonale: si lascai influenzare da ciò che lo circonda e vi si adegua, come cambia colore il camaleonte. Il suo carattere è piuttosto difficile da definire: come uno specchio, il Vascello rimanda agli altri la propria immagine, senza “deformarne” né lo scoraggiamento né la speranza. Non serve a niente cercar di far cambiare un nativo di questo segno; meglio subire un metamorfosi, ridiventare positivi: allora si gonfieranno le vele e il rapporto andrà più lontano, verso nuove avventure. A volte esaltato e poi depresso, il Vascello-Tasso è il barometro della propria famiglia, del proprio ambiente di lavoro, del proprio gruppo di amici. Non dispone di una propria personalità ben definita.

Rapporti ed amicizie:
I suoi rapporti lo determinano nel più profondo del suo essere e gli amici che sceglie hanno una grande importanza nella vita che ha deciso di seguire. Quando un Vascello-Tasso si sente a disagio e sembra infelice, in realtà non vuole che lo si aiuti ad uscire dalla sua situazione: se siete veramente suo amico e volete farlo uscire dal suo letto, parlategli del piacere che voi avrete nel fare questa o quella cosa e guarirà immediatamente!

Professione:
E’ estremamente importante per un nativo del segno del Vascello-Tasso scegliere bene l propri professione. Bisogna che questa professione corrisponda ad alcuni criteri: il Vascello-Tasso ha bisogno di avere molte responsabilità materiali e di lavorare con una equipe gioiosa che ricerca un ideale esaltante. Le professioni scientifiche che richiedono un lavoro di ricerca in squadra possono essere adatte ai nativi del Vascello-Tasso.

Amori:
Gli amori del Vascello-Tasso, ora burrascosi, ora calmissimi, dipendono dalle fasi della Luna e dalle maree. Pieno di ardore e di desiderio per alcuni giorni, sensuale e amante lascivo, il Vascello-Tasso può passare poi a fasi di castità durante le quali non prova nessun sentimento amoroso, lasciandosi solo cullare dal ritmo delle onde, dai battiti del proprio cuore e dl flusso del suo sangue nelle vene e nelle arterie.

Destino:
Nel passato , i Celti utilizzavano molti rami del Tasso per fare bacchette magiche che permettevano di viaggiare in altri universi. Se non dimentica di scegliersi una buona guida, o un pilota eccellente, il Vascello-Tasso si dirigerà verso le sfere più elevate della spiritualità. Molti mistici e religiosi sono nati sotto questo segno: il sole, il vento e il mare formano il triangolo che può permettere l’elevazione, se viene raggiunto l’equilibrio. L’assenza di un motore interiore conduce spesso il Vascello-Tasso a credere che il compimento del suo destino dipenda dalle condizioni esterne. Non gli resta che appostarsi “nel posto giusto, nel momento giusto” beneficerà così degli aiuti esterni ed in particolare di quello di Cernunnos, il dio dalle corna do cervo. Il Vascello-Tasso non deve comunque mai dimenticare di colmare le brecce della sua stiva e di spiegare le sue vele quando soffi il vento giusto!


il Calderone – Sorbo dal 18 agosto al 27 agosto


Il mito:
Durante la grande battaglia contro l'armata dei demoni Fomoirè, i Thuatha di Danaan disponevano di una pozione magica che li rendeva invincibili ed immortali. Mentre molti di loro erano già caduti sotto i colpi del nemico, il dio Dagda decise di aiutarli: arrivò sul luogo della battaglia portando con sé il Calderone del quale si dice che: “nessuno se ne è mai allontanato insoddisfatto, qualunque sia stato il suo desiderio al momento in cui si avvicinava”. Dagda sistemò il Calderone su un treppiede e cominciò ad immergere ogni morto nel grande recipiente; ogni guerriero, appena immerso nel calderone, tornava fuori saltando, completamente guarito e più vigoroso di prima. Dagda immerse anche nella sua pozione magica le armi rotte, con lama o punta smussata, ed esse riemersero fuori intatte, affilate come se fossero appena uscite dalle abili mani del dio-fabbro Goibniu. Naturalmente con questo aiuto, i Thuatha di Danaan vinsero la battaglia, che rimase famosa come quella nella quale i morti avevano ricominciato a combattere, con tanta più audacia, perchè sapevano che sarebbero risuscitati con un bagno nel Calderone magico. Questo mito è rimasto molto vivo nell'inconscio collettivo della nostra civiltà post-celtic. Questo spiega il successo dei fumetti di Asterix, in cui si vede la “pozione magica” del druido rendere “irriducibili” un gruppo di Galli che si confrontarono con l'invasore romano. Questo mito ci ricorda che il più grande nemico dell'uomo non è la morte, ma la paura di morire. Se la coscienza pensa alla morte, inibisce tutti i processi della vita che così si associa al proprio nemico naturale: per i Celti la vita è indistruttibile, ecco perchè essi credono nella reincarnazione, nella trasmigrazione dell'anima nella resurrezione del corpo.
In virtù di alcune analogie, il Sorbo è associato al segno del Calderone nell'astrologia celtica: il frutto del Sorbo infatti è infatti considerato magico perchè la sua polpa contiene numerose cellule rocciose. Conosciamo l'importanza per i Celti della pietra, come simbolo di eternità: le numerose pietre erette, i dolmen, i menhir, i cairns e le gallerie coperte che si trovano nelle campagne dell'Europa Occidentale ( la “Grande Terra Celtica) ne sono una testimonianza. La polpa del Sorbo, secondo la leggenda, dovrebbe essere inclusa nella ricetta della pozione del Calderone dell'immortalità del dio Dagda.
La costellazione del Calderone porta oggi, sulle mappe del cielo, il nome di “Coppa”.

Il carattere:
La personalità del nativo del segno del Calderone-Sorbo è veramente originale: si tratta di un essere di una tale integrità ed onestà, di una tale probità, che genera dappertutto attorno a sé deferenza ed ammirazione. Sembra dotato di poteri sovrumani perchè non si lascia mai andare alle passioni che normalmente turbano il cuore degli uomini: la paura, l'ira, la gelosia, l'invidia, ecc. E' padrone di sé stesso. La forza psichica sulla quale ha basato la propria personalità è quella di una volontà solida come una roccia. Quando una persona depressa , oppure al contrario, al colmo del furore, viene messa in presenza di un nativo del segno astrologico celtico del Calderone-Sorbo, essa si calma, impressionata dal suo sguardo. Dopo aver pronunciato qualche parola, il Calderone-Sorbo ha rovesciato la situazione e le persone presenti diventano, se non serene, almeno in grado di riprendere il cammino della vita e le missioni che erano state loro affidate.
Molto indipendente, poco adatto alle manifestazioni emotive, è l'idealista più realista della ruota cosmica dei Celti. Se trova un'idea positiva che gli sembra applicabile perchè potrebbe contribuire al bene dell'umanità, egli si mette al lavoro per realizzarla e, con una scrupolosa perseveranza, una capacità di lavoro e una concentrazione fuori dal comune, raggiunge lo scopo.
La sua grande preoccupazione è sempre riferita ai numerosi universi che la sua immaginazione gli mostra, alle possibili soluzioni di certi problemi che affliggono l'umanità. La vera forza motrice del segno del Calderone-Sorbo è il desiderio inalterabile di fare del bene attorno a sé: lo si vede sempre dare una mano, in cambio non chiede mai niente per sé.

Rapporti ed amicizie:
Il Calderone-Sorbo è sempre in contatto con qualcuno, nel corso di tutta la sua vita; a prima vista non è un solitario. In realtà, è probabilmente il segno meno bisognoso di rapporti umani, nella ruta celtica. Ecco perchè è così disponibile verso i veri bisogni degli altri: per lui, non esiste nessun bisogno di qualche cosa o di qualcuno e lo dice spesso. Un giorno incontrò la dea Volontà , la corteggiò,ma la dea non gli cedette, allora si unì a lei trasformandosi in lei, diventando Volontà. Da allora non capisce perchè gli esseri umani siano così infelici, mentre hanno in sé tutto ciò che occorre per essere all'altezza del proprio destino. Suoi amici veri non sono molti, quando ne ha! Sempre in contatto con molta gente, il suo piacere non consiste nell'intimità con un essere amico, ma nella solitudine del proprio mondo intimo, nel quale, bisogna ammetterlo, sembra sempre molto felice. Del resto, non è questo il destino di qualsiasi persona che, non facendo male a nessuno attorno a sé e rispettando sempre i propri doveri, non prova alcun senso di colpa?Lo si troverà spesso in luoghi pubblici nei quali ama andare per fare favori a qualcuno.

Professione:
Tutte le professioni in cui l'individuo può dare il meglio di sé stesso a favore degli altri convengono Calderone-Sorbo: professioni legate alla medicina, paramediche, ad esempio. Essi potranno anche essere funzionari dell'amministrazione pubblica, vigili del fuoco, rappresentanti della volontà popolare. La principale qualità professionale risiede nella loro capacità di prendere decisioni rapide e ben valutate. Una particolarità del loro carattere deriva direttamente dal loro segno astrologico celtico: l'identità tra la volontà generale e la loro volontà individuale. La forza della loro volontà personale sembra straordinaria perchè diventa il prolungamento del volere di un popolo, di una razza, di una società. Si incontrano spesso nativi del Calderone-Sorbo a capo di gruppi: diventano “campioni” in certe cause, basate sul “buon senso”, cioè sul consenso generale del momento.

Amori:
Il Calderone-Sorbo non emana molta sensualità, ma è sensibile e può essere tenero nell'intimità. Associa fortemente l'amore alla fedeltà, al matrimonio e alla famiglia. Ciò che egi auspica può essere riassunto così: strutture familiari solide, consolidate da un legame istituzionale con la patria o nazione sovrana: è affascinato dal potere. Ciò si rivela anche nella sua vita sentimentale: non bisogna aspettarsi che reciti una parte di secondo piano nella famiglia o nel matrimonio. Anche se il Calderone-Sorbo è una donna, sarà lei a prendere le decisioni importanti nella coppia: poiché la sua volontà è l'espressione visibile della volontà di tutti, non vi saranno problemi.

Destino:
Il Calderone-Sorbo ama nutrire e rigenerare le forze vitali di coloro che si avvicinano: la sua missione è profondamente generosa ed altruista. Esiste una dimensione più intima ma anch'essa essenziale: il Calderone-Sorbo è intuitivo, è munito di molte antenne, è telecomandato dalle volontà che lo circondano. Il suo destino si basa essenzialmente su questa capacità di “captare” i desideri degli altri per poi ritrasmetterli”ad alta voce” e, soprattutto, realizzarli. Quando il Calderone-Sorbo arriva alla fine della sua vita, tutti lo piangono con nostalgia e soffrono della sua assenza – era così utile. Quando esala il suo ultimo respiro, getta lo sguardo su tutto ciò che ha fatto per gli altri ed è soddisfatto. Il Calderone-Sorbo conosce generalmente bene il proprio destino, perchè corrisponde esattamente alla propria funzione utile, da tutti i punti di vista.


il Centauro – Cotogno dal 28 agosto al 6 settembre


Il mito:
Tutto ebbe inizio quando Teutates si innamorò della dea dell'isola che oggi si chiama Sein. Questa dea, chiamata Macha, passava il proprio tempo tra e cavalle a lei dedicate; amava persino trasformarsi in questo animale dalla lunga criniera. Durante un temporale, Teutates che non ne poteva più, stimolato dai lineamenti di Macha e dalla forza atletica del suo corpo, le si presentò, sperando che la sua legittima sposa ne sarebbe rimasta ignara. Egli si unì così a Macha che comincia presto ad ingrassare, allora Teutates, trasformatosi in cavallo, fuggì, inseguito dalla sposa adirata e gelosa. Dopo poche ore, Macha diede alla luce un figlio molto strano, chiamato Sena. Essa si era ben sistemata in un grande calderone, pieno d'acqua calda nel quale stavano macerando alcune piante magiche ed alcuni frutti oggi chiamati Cotogni. Il bambino uscì dal suo ventre: la sua bella testa comparve subito alla superficie della pozione contenuta nel calderone, ma il suo busto umano poggiava sul corpo di un cavallo. Abbracciò teneramente sua madre e l'aiutò a riprendersi da questo doloroso parto. Macha soffrì molto di avere partorito un simile mostro fino a quando, diventò grande, il Centauro le fece bere un filtro magico di sua invenzione, che le diede l'oblio e la pace eterna.
Il Centauro è conosciuto, nella mitologia orale trasmessa dai bardi, sopratutto per la sua conoscenza della medicina e delle erbe medicamentose. La sua vita procede in modo armonioso: passa la maggior parte del tempo in compagnia di ammalati, che riesce sempre a guarire. Sembra che abbia la capacità di far resuscitare i morti, potere normalmente riservato a Dagda, proprietario del calderone dell'immortalità.
L'astrologia celtica associa il Cotogno a questa costellazione del Centauro, perchè il suo frutto, malgrado la sua forma rudimentale, ha un sapore unico e delle sottili proprietà terapeutiche.

Il carattere:
Dotato di una grande sensibilità, il Centauro-Cotogno ha un grande interesse per tutto ciò che riguarda la salute e la pedagogia. Risente in ogni sua fibra della sofferenza degli altri e non si dà pace finchè non può porvi rimedio o sollievo. Il suo cuore ne fa un altruista incorreggibile, anche se ama la vita ed apprezza qualsiasi tipo di piacere: molto socievole, quindi, il Centauro-Cotogno si circonda di molti amici, per i quali recita la parte del consigliere. E' prodigo di parole di conforto e quindi è spesso sulla sua spalla che li amici intimi, ed anche gli altri, vengono a versare qualche lacrima e a confidare le proprie pene. Ama particolarmente aiutare il prossimo e si interessa poco a sé stesso: non ha molta cura di sé e qualche volta, la sua salute ne può risentire. Dimostra di essere dotato per le molte attività che svolge sempre in compagnia di qualcuno: totalmente privo di egoismo, divide tutto ciò che possiede, ma l'importanza che riconosce alla comodità può a volte impedire al Centauro-Cotogno di uscire di casa, ha comunque sempre ospiti a casa sua. Piuttosto allegro, sotto la maschera del buontempone, nasconde vecchie ferite. La sua vita passa da momenti di sollecitudine e di grande generosità a momenti in cui si diverte e beve molto; non sopporta molto bene l'effetto dell'alcool e ciò gli crea qualche problema.
Nessuno gli tiene comunque rancore per le sue “follie” perchè è così comprensivo e tollerante che suscita riconoscenza e benevolenza: ama davvero recitare la parte del “nonnino” o della “nonnina”.

Rapporti ed amicizie:
Il suo carattere gli permette di andare d'accordo facilmente con tutti. Ama l'umanità intera, egli stesso dichiara ogni momento, con commovente sincerità.

Professione:
E' il medico del corpo della ruota della vita cosmica dei Celti. Egli conosce bene le piante e le cure atte a guarire completamente i malati. E' generalmente molto intelligente e possiede una sapienza enciclopedica, Molti druidi famosi del passato, che avevano ricevuto dai loro antenati conoscenze molto precise sulla salute, erano nati sotto il segno del Centauro-Cotogno. Sembra che i bambini influenzati da questa costellazione e segnati dal Cotogno siano dotati di capacità di memoria e di intuizione speciali. I figlio del dio Teutates, i Centauro-Cotogno non poteva non possedere queste qualità. Le particolari competenze che sviluppano i nativi di questo segno permettono loro di esaminare gli esseri in maniera globale e di riequilibrare le loro energie sottili e grossolane per poter ritrovare una buona salute. Il Centauro-Cotogno avrà molto successo nelle professioni mediche e paramediche oppure come “guaritore” e sarà felice, se eserciterà una professione in questo campo: è la sua missione, la sua vocazione. Non bisogna però limitare il talento del Centauro-Cotogno alle cure per un corpo umano ammalato. Egli può esercitare il suo talento nel campo dell'agricoltura, della frutticoltura e dell'orticoltura: può inoltre essere anche un eccellente veterinario o allevatore di bestiame.

Amori:
Ecco uno degli amanti più strani della ruota dell vita cosmica: animato da istinti estremamente forti, e spesso brutali, è anche molto sentimentale e tenero. La sua sensibilità esasperata gli crea gli stessi problemi della sua sensualità sfrenata. E' particolarmente imprevedibile, se sotto l'effetto di qualche sostanza eccitante: non sopporta l'alcool che lo fa piangere o ridere. Affettuoso come un piccolo bambino, in poche secondi il Centauro-Cotogno può trasformarsi in un vero animale in calore, diventare completamente irrazionale e incapace di controllarsi.

Destino:
Saggio e sapiente da un lato, folle ed appassionato dall'altro, il Centauro-Cotogno attraversa la sua esistenza come una cometa la cui coda luminosa illumina il cielo oscuro. Si dirige abilmente verso un luogo che è l'unico a conoscere, in cui realizzare la propria natura spirituale. Aiutando molti esseri a liberarsi dai mali e dalle sofferenze che li affliggono, il Centauro-Cotogno trasforma sé stesso, provocando una vera e propria alchimia della propria natura. Grande detonatore di conflitti, nei suoi periodi violenti, raggiunge una notevole serenità quando scopre in sé qualche nuova realtà: la propria sofferenza sparisce. Durante tutta la sua esistenza non fa altro che liberarsi da tutti i processi che provocano la vecchiaia e la miseria degli esseri: la sua benevolenza e la sua sollecitudine lo porteranno a livelli mistici di beatitudine. Quest'evoluzione è lenta e richiede una estrema attenzione, oltre ad una intensa fede, del resto al Centauro-Cotogno non mancano né l'una né l'altra.