mercoledì 28 agosto 2013

Astrologia Celtica - dal 7 settembre 7 ottobre

dal 7 settembre al 17 settembre il Corvo – Ginepro
dal 18 settembre al 27 settembre il Bovaro – Bagolaro
dal 28 settembre al 7 ottobre l’Eroe Terrestre – Pioppo


il Corvo – Ginepro dal 7 settembre al 17 settembre

Il mito:

Il dio Lug si sveglia e le sulle labbra si lasciano sfuggire un lungo sospiro di soddisfazione: la sua amante, una bella mortale, dorme ancora contro il suo petto. Rivede la sua meravigliosa notte d'amore ed accarezza, intenerito, il ventre gonfio della sua compagna che gli darà un figlio tra qualche giorno. Dovendo stare lontano per qualche tempo a causa dei suoi impegni divini, chiama a sé il suo animale preferito, che lo aiuta anche nella pratica divinatoria: il Corvo bianco. L'uccello si appoggia sulla sua spalla, l'orecchio rivolto alla bocca del suo padrone, ancora mezzo addormentato, che gli dice: “Ti affido la mia bella, cerca di impedire a qualsiasi mortale di venire a dividere il suo letto. Mi dovrai riferire tutto ciò che succederà durante la mia assenza.”
Il Corvo bianco acconsente e gli promette di ubbidire. Al suo rientro, Lug interroga il corvo, che ha anche promesso alla giovane donna incinta di non dire niente delle sue notti di amore con un giovane pastore. Il Corvo bianco mente così al suo padrone; il dio s'infuria e per punirlo gli annerisce le piume e lo condanna all'eterna subordinazione. D'ora in poi il Corvo, privo di libertà, sarà totalmente sottomesso alla volontà del dio Lug. Questo mito illustra le malefatte della coscienza, quando si separa dalla divinità che vi risiede. La coscienza può essere luce; diventa una consigliera nera quando acconsente alla menzogna e si mette al servizio delle forze delle tenebre.
L'astrologia celtica associa il Ginepro a coloro che nascono con il Sole nella costellazione del Corvo, per ricordare che solo le radici hanno il diritto di affondare nell'oscurità, mentre i rami e le bacche deliziose devono crescere nello splendore della luce. Le bacche del Ginepro diventano nere quando sono mature: ciò simboleggia la coscienza dell'uomo che si allontana sempre dal suo essere profondo e il cui colore diventa più scuro quando diventa matura, quando segue le leggi della natura.
La leggenda ci dice che quando la città di Lione fu fondata (Lug-Dunum), molti corvi scesero dal cielo per rappresentare il dio della divinazione, il grande Lug che vede tutto e sa tutto.

Il carattere:
Abbastanza spinoso come carattere! I frutti devono certamente essere cucinati col fuoco o addolciti dal gelo per diventare mangiabili. Nelle nostre campagne circola una strana ricetta: se volete mangiare un corvo, bisogna mettere l'uccello in una padella piena di acqua bollente, dopo avergli levato tutte le piume, nel fondo della pentola si mette anche una pietra trovata per strada. La durata della cottura del volatile varia: quando la pietra sarà cotta, si potrà servire il corvo nel piatto degli ospiti! Molto indipendente,e quindi spesso solitario, il Corvo-Ginepro segue sempre le proprie idee e rifiuta di ubbidire a chiunque. Nessun consiglio, nessuna minaccia sembrano capaci di fargli cambiare idea: spesso silenzioso, si potrebbe pensare che sia privo di interesse per chi lo circonda, per le situazioni sulle quali sembra sorvolare. Ma non è per niente vero: rimane sempre vigile. Timoroso, spesso senza motivo, il Corvo-Ginepro passa giorni e notti sul “chi va là”. Eccolo partire, al minimo disturbo, nel suo mondo etereo in cui sembra trovare risorse e tranquillità. Un po' superbo, spesso suscita commenti negativi e i suoi conviventi non sanno mai proprio come catturare la sua attenzione e ottenere il suo affetto. Nella maggior parte dei casi si basta, fino a quando non incontra qualcuno della propria specie, allora può aprirsi, anche se lo si può sapere solo quando batte ormai armoniosamente le sue ali e fa risuonare il suo grido nell'aria. In realtà il Corvo-Ginepro è un mistico che cerca che cerca la sua strada nell'immensità cosmica. Ha delle radici capaci di nutrirlo nelle zone più aride, più disgraziate, è uno spigolatore che sa recuperare i semi buoni nel campo dei vicini. Avvicinarlo e addomesticarlo non è molto facile. Spesso, la sua superbia lo fa sembrare arrogante ed egoista: è molto parsimonioso, non è certo la generosità a caratterizzarlo: “Tutti per me e me per me”...questo sembra essere il suo moto. Eppure non è poi così cattivo: una volta tolte le spine, può diventare un compagno attraente, malgrado le esigenze e le negligenze che lo rendono difficilmente sopportabile.

Rapporti ed amicizie:
I suoi grandi amici, senza andarli a cercare lontano, sono altri nativi dello stesso segno; con loro regna la complicità e quindi bisogna sorvegliare i campi di grano o di granturco: quando formano una banda, sono strani uccelli, con intenzioni poco raccomandabili

Professione:
Come fare quando si è in preda all'ambizione e alla sete di vivere intensamente, quando l'unica dote personale che si dispone è l'arte i volare e di rubare? Il Corvo-Ginepro non diventerà sicuramente un agricoltore! Il suo principale handicap è quello di odiare il lavoro: lo trova ingiusto e non adatto a sé: Cerca sempre un'attività proporzionata alla propria immensa energia( non è un fannullone, assolutamente)e all'idea che egli ha di sé stesso, della propria dignità e dei propri diritti a darsi da fare per i più alti incarichi. Nella maggior parte dei casi, si dimentica di essere nero ormai da molto tempo, non riesce ad ammettere di essere l'animale preferito del dio Lug, depositario dei segreti cosmici e quindi, deluso, affonda nella propria cupezza, reprime i rancori e, incapace di accettare la propria punizione, diventa un imbroglione (neanche di alto rango). Non è proprio cattivo! Si dimentica soltanto di pagare i debiti, le compere, oppure discute sul prezzo per ore e cerca di ottenere vantaggi ai quali non ha diritto. Non è nato per comandare eppure desidera avere un po' di potere: quando lo ottiene, non sa cosa farsene perchè non è ciò che desidera veramente. Il Corvo-Ginepro può realizzarsi professionalmente solo se diventa un'eminenza grigia, il capo di una rete di informazioni, la spia di qualche illuminato, invidiato e rispettato, dal quale può derivare una parte della sua gloria per ritrovare il proprio colore bianco originale.

Amori:
Ecco il campo in cui questo nostro uccello non può farsi notare. Grande seduttore o bella principessa, non dimentica nessuna magia per ottenere tutto dall'amato(amata). L' avidità amorosa del Corvo-Ginepro non è sempre gradita da chi è stato affascinato dalla sua personalità: costoro finiscono spesso con il fuggire, pieni di rimpianti, ma sani e salvi. Maschilista al massimo, oppure divoratrice di uomini, i nati del Corvo-Ginepro frequentano molto le strade in cerca in cerca del partner ideale o di una compagna docile. Più che tenero o appassionatamente innamorato, il Corvo-Ginepro è soprattutto un essere sensuale, gaudente, spesso privo di qualsiasi forma di romanticismo. Grande consumatore di rapporti sessuali, il Corvo-Ginepro potrà scegliersi bene il proprio partner ideale o una compagna docile.

Destino:
Il destino del Corvo-Ginepro è quello di riconciliarsi con il dio Lug e di ritrovare il suo colore bianco originale. Questo può realizzarsi solo con un ritorno alle origini, con una reale ammenda, con un riorientamento della traiettoria del volo che permetterebbero di ripagare il dio per il tradimento passato e di sfuggire così alla punizione. In modo concreto, conviene modificare l'elenco delle priorità della vita e riorganizzare i valori fondamentali in un ordine armonioso, in sintonia con le leggi cosmiche della giustizia, del rispetto e dell'ubbidienza agli dei ed alle forze della natura. L'astrologia celtica consiglia al Corvo-Ginepro di trascendere il suo materialismo grossolano e lo esorta a provare ad aprire il proprio cuore alla spiritualità per essere di nuovo illuminato e riportato al proprio colore originale.


il Bovaro – Bagolaro dal 18 settembre al 27 settembre

Il mito:
A quei tempi, i Celti vivevano ancora di raccolta della frutta, di caccia e di allevamento nomade. Un padre morì lasciando due figli tra i quali dividere la sua eredità. Uno dei due figli, molto avido, tenne tutti i beni per sé e cacciò il fratello, lasciandolo portare via solo due buoi dalle grandi corna. Artorix, il fratello leso, si ise in cammino, attraversò la foresta, cercando cibo e luoghi accoglienti. Incontrò così Esus, il dio boscaiolo. Dopo aver ascoltato le disavventure di Artorix, Esus il dio buono che esaudisce tutti i desideri, abbattè un Bagolaro(albero simbolico che ancora oggi porta il nome generico latino di Celtis), tagliandone i rami, ne riquadrò una parte del tronco: preparò così un giogo ed un timone, venne anche tagliato un grosso ramo che passò attraverso la fiamma del fuoco. Artorix ricevette così da Esus il primo aratro, egli fu quindi il primo ad aver arato un campo con l'aiuto dei buoi, nell'equinozio d'autunno, per seminare dei cereali. Egli viene così considerato l'iniziatore dell'agricoltura, e l'istitutore dell'arte del nutrimento attraverso la coltivazione della terra-madre.
La costellazione del Bovaro è rimasta associata all'equinozio di autunno ed al Bagolaro. Questo albero dalle foglie caduche segue il ritmo delle stagioni e porta i suoi piccoli semi – simboli dei cereali – a maturazione sempre nella seconda metà del nostro mese di settembre. Nel cielo. Il Bovaro sembra seguire la costellazione dell'Orsa Maggiore.

Il carattere:
Inflessibile e resistente, il Bovaro-Bigolaro è un essere solido, perseverante che sa quello che fa e perchè lo fa. Questo essere rustico non si pone tanti problemi filosofici sul significato della vita: trova la risposta ai suoi quesiti nel lavoro che permette il sostentamento nella vita, della salute e delle gioie terrene. Non vi è nessuno più concreto di lui nella ruota della vita cosmica. Scava la propria esistenza come un solco nel campo: solo per interrare i semi che germoglieranno, cresceranno nell'ombra e forniranno il cibo di domani. E' un essere profondo: ha il senso della misura, della conservazione ed anche del sacrificio. Bisogna seminare i semi del suolo, restituirli alla Grande Madre, perchè Ella ce li restituisca centuplicati. Non fa mai spese a caso, per cose futili: vede tutto come un investimento. Elabora molti piani, dopo aver osservato la natura ed averne capito le regole, ne rispetta le leggi. Al limite, si dà da fare affinchè queste seguano la direzione che a lui conviene, poiché pensa in termini di rendimento e profitto, in qualsiasi campo. Talvolta taciturno ed estremamente testardo, il Bovaro-Bigolaro ha qualità corrispondenti ai suoi difetti: ci si può fidare totalmente di lui, perchè è generoso. Si dice che abbia un “cuore d'oro”. E' famoso anche il suo “pollice verde”. Non si occupa di preconcetti o teorie: gli interessano solo la pratica e l'esperienza diretta. E' estremamente metodico e non ammette errori: ritiene indispensabile ripararli per purificarsi. Corregge comunque le proprie azioni, i propri sentimenti, i propri pensieri per adattarli alle esigenze del momento, ciò lo porta a non avere la lungimiranza di una visione a lungo termine. Per questo, il Bovaro-Bigolaro , così rispettoso delle tradizioni e delle leggi della natura, così conservatore nell'anima, può lasciarsi convincere dalla prima informazione scientifica che gli capita di sentire e dalla prima esperienza concreta che conferma tale informazione. Pieno di qualità, ecco il Bovaro-Bigolaro solo, con una mentalità un po' ristretta, un modo di ragionare che bada ai risultati immediati, valutando gli esseri e le cose troppo da vicino, con la conseguenza di commettere errori spesso difficili da correggere, perchè i vantaggi di ciò che ha realizzato costituiscono poi degli ostacoli al cambiamento e alla revisione.

Rapporti ed amicizie:
Fedeltà e solidarietà, queste sono le qualità del Bovaro-Bigolaro per quanto riguarda i rapporti di amicizia. Nessuna grande promessa, nessuna frase sull'amicizia eterna. Una stretta di mano vale più di qualsiasi contratto al mondo. Del resto, è così che da secoli si concludono tutte le transazioni. Il Bovaro-Bigolaro si sente maggiormente impegnato dalla parola data che dalla propria firma. I rapporti tra gli esseri umani e non umani ( animali, piante, terra, cielo, tempo) sono fondamentali per lui. Sa che l'uomo è solidale in tutto l'universo. E' il primo ecologista cosciente.

Professione:
Naturalmente, si incontra spesso il Bovaro-Bigolaro in ambienti rurali o in lavori legati all'agricoltura, alle macchine utensili o ai campi, che riguardano la produzione e la distribuzione del cibo. Il Bovaro-Bigolaro dovrebbe dedicarsi a professioni intellettuali o artistiche con molta prudenza: non vi eccelle e rischia di soffrirne molto. Gli conviene evitare anche i mestieri che riguardano la guerra e il diritto: bisogna essere veloci e vendicativi, pronti a comandare o a sottomettersi. Il Bovaro-Bigolaro, anche se molto conservatore, tiene molto alla propria indipendenza: ama organizzare il proprio lavoro a modo suo, seguendo i ritmi della natura, le tradizioni. E' un essere originale: ama essere sempre impegnato, ma non stressato. Non vuol dover accelerare un ritmo che ama regolare, quasi un routine, ad ogni modo ciclico ed ordinato. Il Bovaro-Bigolaro può anche sviluppare le proprie qualità in carriere nelle quali le sue capacità di innovazione tecnica e la sua ingegnosità possono trovare applicazione. Ad esempio può trovare molte soddisfazioni nella ricerca orientata agli sbocchi concreti delle scoperte scientifiche, o in mestieri che hanno come obbiettivo il trasformare il valore di beni già esistenti. Sensibile ed attento ai particolari, eccelle in professioni che richiedono delle “finiture” curate.

Amori:
Il significato dell'amore, per questo segno, risiede essenzialmente nella formazione di una famiglia. Anche se molto sensuale, il Bovaro-Bigolaro non riesce mai a liberarsi della preoccupazione delle conseguenze dei suoi atti. In amore, pensa alla “produzione” di figli. Lo scopo delle relazioni sessuali è quello di riprodursi, di perpetuare il genere umano, gli suggerisce sempre il suo essere profondo. Poco romantico, per niente un esteta, il Bovaro-Bigolaro si sceglierà un marito o una moglie seguendo i criteri di un allevatore di cavalli: sempre con lo scopo di “migliorare la razza”. Se sceglie un essere, quest'ultimo deve essere sano e robusto.

Destino:
Per il Bovaro-Bigolaro, si tratta di diventare Esus in persona, il dio ingegnoso che esaudisce tutti i desideri. Il destino del Bovaro-Bigolaro passa attraverso orte strette. Una volta superate queste soglie, si accorge che l'universo esterno non è altro che il riflesso della sua vita intima, l'ordine cosmico che egli osserva e decifra non essendo altro che la propria creazione artistica. Lui, che si dichiara un materialista inguaribile, può accorgersi allora del fatto che tutti gli avvenimenti della propria esistenza sono il prodotto della propria immaginazione. Scopre quindi che esiste in lui uno Spirito, una forza di coesione e di coerenza all'origine della sua vita quotidiana. Smettendo di ubbidire al mondo delle apparenze raggiunge il suo grado supremo; se il Bovaro-Bigolaro saprà attaccarsi all'aratro per arare la propria anima, essa darà luogo ad una esistenza ricca di significati e di simboli.



l’Eroe Terrestre – Pioppo dal 28 settembre al 7 ottobre

Il mito:
Dis, il dio padre degli dei e degli uomini, meditò a lungo prima di arrivare alla seguente decisione: “Voglio generare un figlio con una mortale, questo figlio sottomettendosi a prove incredibili, con il proprio coraggio, arriverà da solo al rango degli dei. Otterrà allora l'immortalità e diventerà il protettore degli dei e degli uomini.” Egli scelse quindi con cura la donna che avrebbe potuto generarlo e si unì a lei trentasei ore, assumendo le sembianze del suo legittimo sposo.
Nel decimo mese lunare Ogmios che iniziò subito a parlare e che inventò l'antica scrittura celtica, denominata ancora oggi Ogman: questo fu il primo segno. Il verbo è il creatore della vita ed allontana la morte: Ogmios aveva appena compiuto il suo primo atto di protezione nei confronti degli dei e degli uomini. Eseguì quindi i dodici famosi lavori, che gli consentirono di essere paragonato al dio Ercole al tempo della conquista romana. La costellazione che porta oggi il nome Ercole si chiama Ogimios da secoli, dal nome dell'Eroe Terrestre della mitologia celtica. La clava dalla quale Ogimios non si separa mai è ricavata dal egno di un pioppo, un albero che cresce alto verso il cielo, come l'Eroe Terrestre dall''indomita volontà, capace di diventare immortale con la propria forza.

Il carattere:
La sua inflessibile volontà e la sua perseveranza sono proverbiali per i Celti. Nessuno ha mai visto l'Eroe Terrestre- Pioppo rinunciare ad una azione o un combattimento. Ama e ricerca le prove più difficili. La sua forza da super uomo lo rende a volte irascibile e poco gentile; la sua resistenza spaventa spesso coloro che lo avvicinano, assomiglia ad un Tirannosauro in piedi, pronto a distruggere tutto il suo cammino, il corpo teso come un arco in un fantastico sforzo, oltre la condizione umana. Sembra spesso instabile e poco accomodante perchè la realizzazione dei propri scopi è prioritaria in tutti i suoi rapporti con il mondo. Quando si mostra in società egli viene notato: è molto diverso dalla maggior parte della gente. Quando attraversa la folla, modifica il proprio comportamento: lo si potrebbe considerare un eccentrico, un originale, persino uno snob, ma questi criteri di giudizio non sono appropriati alla sua eccezionale personalità. Affascina, ma nello stesso tempo preoccupa: sembra sempre guardare altrove, distante dalle abituali preoccupazioni degli uomini. Detesta essere disturbato o in ritardo. Tutti i suoi desideri sono degli ordini che realizza immediatamente. Non sopporta che gli si resista e piega tutti gli ostacoli con la sua forza: viene spesso soprannominato “bulldozer”. Anche se sembra un po' burbero, è in realtà molto sensibile, ma non lo dimostra, svela raramente i propri sentimenti e sembra distaccato dai rapporti umani quotidiani.

Rapporti ed amicizie:
I rapporti che stabilisce sono molto superficiali, oppure molto profondi, ma sempre legati alla realizzazione dei propri progetti. In amicizia, si ritrova sempre a fare la pare del fratello maggiore, del protettore, e riceve molta riconoscenza da parte degli altri. Spesso viene chiamato a riparare torti e si arrabbia terribilmente quando viene minacciato uno dei suoi amici; in quei casi è meglio non doverlo affrontare.
I suoi lavori, come le sue lotte, ne fanno u campione contro le sue forze distruttrici dell'Universo. E' simbolo della solidarietà umana.

Professione:
E' certo meglio non indirizzare un figlio Eroe Terrestre- Pioppo verso una professione statale o di piccolo commercio: le professioni in cui egli eccellerà ( perchè cambierà più volte nella sua vita) saranno quelle che avrà scelto da sé e che gli daranno sempre molto da fare. Ama comunque le difficoltà, le sfide alla propria intelligenza o alla propria forza. Apre nuove vie in tutti i settori che avvicina. La crescita verticale del Pioppo simboleggia la volontà di raggiungere i gradi più elevati della spiritualità. Un Eroe Terrestre- Pioppo famoso ( lo sono quasi tutti se non sono inibiti o sviati dalla loro vocazione) portava addirittura il nome di Mahatma, ossia “grande Anima”, si tratta di Gandhi.

Amori:
Come amante è un po' violento e rozzo. Non è né romantico, né partigiano dell'amore platonico. Bisogna che il suo partner non sia troppo esigente in amore e che si accontenti del riposo del guerriero, altrimenti la vita rischia di diventare molto triste. La fedeltà è la specialità dell' Eroe Terrestre- Pioppo, ma il suo corpo rischi di avere desideri diversi da quelli del cuore; il fatto che sia figlio illegittimo di un dio e di una mortale spiega perchè non considera molto importante la sessualità. Può essere licenzioso e salace in certi momenti, soprattutto se il combattimento del giorno è stato faticoso, e dopo aver abbondantemente bevuto per festeggiare la propria vittoria.

Destino:
Sarebbe un errore ritenerlo un arrivista, un ambizioso o un megalomane, è un essere tutto teso verso uno scopo elevato, il ritorno della divinità nell'uomo. Il rapporto tra Ogmios e il Verbo fornisce il filo conduttore del destino eccezionale dell' Eroe Terrestre- Pioppo, evadere dal proprio corpo, dalla materia e, attraverso particolari equilibri tra volontà e disciplina, raggiungere l'essenza divina che risiede nel cuore di ogni uomo.

Il fatto che questa metamorfosi si effettui sviluppando la forza muscolare indica quanto scrupolosa perseveranza dimostra l' Eroe Terrestre- Pioppo. Scagli pure la prima pietra colui che non ha mai avuto il piacere di respirare l'aria pura delle vette! Gli altri possono capire questa ricerca dell'impossibile nel superamento della realtà animale attraverso la metamorfosi corporea: ci troviamo difronte al mistero celtico della resurrezione del corpo quale fine della trasmigrazione dell'anima nelle varie incarnazioni.