dal
7 settembre al 17 settembre il Corvo –
Ginepro
dal 18 settembre al 27
settembre il Bovaro – Bagolaro
dal 28 settembre al 7
ottobre l’Eroe Terrestre – Pioppo
il
Corvo – Ginepro dal 7 settembre al 17 settembre
Il
mito:
Il
dio Lug si sveglia e le sulle labbra si lasciano sfuggire un lungo
sospiro di soddisfazione: la sua amante, una bella mortale, dorme
ancora contro il suo petto. Rivede la sua meravigliosa notte d'amore
ed accarezza, intenerito, il ventre gonfio della sua compagna che gli
darà un figlio tra qualche giorno. Dovendo stare lontano per qualche
tempo a causa dei suoi impegni divini, chiama a sé il suo animale
preferito, che lo aiuta anche nella pratica divinatoria: il Corvo
bianco. L'uccello si appoggia sulla sua spalla, l'orecchio rivolto
alla bocca del suo padrone, ancora mezzo addormentato, che gli dice:
“Ti affido la mia bella, cerca di impedire a qualsiasi mortale di
venire a dividere il suo letto. Mi dovrai riferire tutto ciò che
succederà durante la mia assenza.”
Il
Corvo bianco acconsente e gli promette di ubbidire. Al suo rientro,
Lug interroga il corvo, che ha anche promesso alla giovane donna
incinta di non dire niente delle sue notti di amore con un giovane
pastore. Il Corvo bianco mente così al suo padrone; il dio s'infuria
e per punirlo gli annerisce le piume e lo condanna all'eterna
subordinazione. D'ora in poi il Corvo, privo di libertà, sarà
totalmente sottomesso alla volontà del dio Lug. Questo mito illustra
le malefatte della coscienza, quando si separa dalla divinità che vi
risiede. La coscienza può essere luce; diventa una consigliera nera
quando acconsente alla menzogna e si mette al servizio delle forze
delle tenebre.
L'astrologia
celtica associa il Ginepro a coloro che nascono con il Sole nella
costellazione del Corvo, per ricordare che solo le radici hanno il
diritto di affondare nell'oscurità, mentre i rami e le bacche
deliziose devono crescere nello splendore della luce. Le bacche del
Ginepro diventano nere quando sono mature: ciò simboleggia la
coscienza dell'uomo che si allontana sempre dal suo essere profondo e
il cui colore diventa più scuro quando diventa matura, quando segue
le leggi della natura.
La
leggenda ci dice che quando la città di Lione fu fondata
(Lug-Dunum), molti corvi scesero dal cielo per rappresentare il dio
della divinazione, il grande Lug che vede tutto e sa tutto.
Il
carattere:
Abbastanza
spinoso come carattere! I frutti devono certamente essere cucinati
col fuoco o addolciti dal gelo per diventare mangiabili. Nelle nostre
campagne circola una strana ricetta: se volete mangiare un corvo,
bisogna mettere l'uccello in una padella piena di acqua bollente,
dopo avergli levato tutte le piume, nel fondo della pentola si mette
anche una pietra trovata per strada. La durata della cottura del
volatile varia: quando la pietra sarà cotta, si potrà servire il
corvo nel piatto degli ospiti! Molto indipendente,e quindi spesso
solitario, il Corvo-Ginepro segue sempre le proprie idee e rifiuta di
ubbidire a chiunque. Nessun consiglio, nessuna minaccia sembrano
capaci di fargli cambiare idea: spesso silenzioso, si potrebbe
pensare che sia privo di interesse per chi lo circonda, per le
situazioni sulle quali sembra sorvolare. Ma non è per niente vero:
rimane sempre vigile. Timoroso, spesso senza motivo, il Corvo-Ginepro
passa giorni e notti sul “chi va là”. Eccolo partire, al minimo
disturbo, nel suo mondo etereo in cui sembra trovare risorse e
tranquillità. Un po' superbo, spesso suscita commenti negativi e i
suoi conviventi non sanno mai proprio come catturare la sua
attenzione e ottenere il suo affetto. Nella maggior parte dei casi si
basta, fino a quando non incontra qualcuno della propria specie,
allora può aprirsi, anche se lo si può sapere solo quando batte
ormai armoniosamente le sue ali e fa risuonare il suo grido
nell'aria. In realtà il Corvo-Ginepro è un mistico che cerca che
cerca la sua strada nell'immensità cosmica. Ha delle radici capaci
di nutrirlo nelle zone più aride, più disgraziate, è uno
spigolatore che sa recuperare i semi buoni nel campo dei vicini.
Avvicinarlo e addomesticarlo non è molto facile. Spesso, la sua
superbia lo fa sembrare arrogante ed egoista: è molto parsimonioso,
non è certo la generosità a caratterizzarlo: “Tutti per me e me
per me”...questo sembra essere il suo moto. Eppure non è poi così
cattivo: una volta tolte le spine, può diventare un compagno
attraente, malgrado le esigenze e le negligenze che lo rendono
difficilmente sopportabile.
Rapporti
ed amicizie:
I
suoi grandi amici, senza andarli a cercare lontano, sono altri nativi
dello stesso segno; con loro regna la complicità e quindi bisogna
sorvegliare i campi di grano o di granturco: quando formano una
banda, sono strani uccelli, con intenzioni poco raccomandabili
Professione:
Come
fare quando si è in preda all'ambizione e alla sete di vivere
intensamente, quando l'unica dote personale che si dispone è l'arte
i volare e di rubare? Il Corvo-Ginepro non diventerà sicuramente un
agricoltore! Il suo principale handicap è quello di odiare il
lavoro: lo trova ingiusto e non adatto a sé: Cerca sempre
un'attività proporzionata alla propria immensa energia( non è un
fannullone, assolutamente)e all'idea che egli ha di sé stesso, della
propria dignità e dei propri diritti a darsi da fare per i più alti
incarichi. Nella maggior parte dei casi, si dimentica di essere nero
ormai da molto tempo, non riesce ad ammettere di essere l'animale
preferito del dio Lug, depositario dei segreti cosmici e quindi,
deluso, affonda nella propria cupezza, reprime i rancori e, incapace
di accettare la propria punizione, diventa un imbroglione (neanche di
alto rango). Non è proprio cattivo! Si dimentica soltanto di pagare
i debiti, le compere, oppure discute sul prezzo per ore e cerca di
ottenere vantaggi ai quali non ha diritto. Non è nato per comandare
eppure desidera avere un po' di potere: quando lo ottiene, non sa
cosa farsene perchè non è ciò che desidera veramente. Il
Corvo-Ginepro può realizzarsi professionalmente solo se diventa
un'eminenza grigia, il capo di una rete di informazioni, la spia di
qualche illuminato, invidiato e rispettato, dal quale può derivare
una parte della sua gloria per ritrovare il proprio colore bianco
originale.
Amori:
Ecco
il campo in cui questo nostro uccello non può farsi notare. Grande
seduttore o bella principessa, non dimentica nessuna magia per
ottenere tutto dall'amato(amata). L' avidità amorosa del
Corvo-Ginepro non è sempre gradita da chi è stato affascinato dalla
sua personalità: costoro finiscono spesso con il fuggire, pieni di
rimpianti, ma sani e salvi. Maschilista al massimo, oppure
divoratrice di uomini, i nati del Corvo-Ginepro frequentano molto le
strade in cerca in cerca del partner ideale o di una compagna docile.
Più che tenero o appassionatamente innamorato, il Corvo-Ginepro è
soprattutto un essere sensuale, gaudente, spesso privo di qualsiasi
forma di romanticismo. Grande consumatore di rapporti sessuali, il
Corvo-Ginepro potrà scegliersi bene il proprio partner ideale o una
compagna docile.
Destino:
Il
destino del Corvo-Ginepro è quello di riconciliarsi con il dio Lug
e di ritrovare il suo colore bianco originale. Questo può
realizzarsi solo con un ritorno alle origini, con una reale ammenda,
con un riorientamento della traiettoria del volo che permetterebbero
di ripagare il dio per il tradimento passato e di sfuggire così alla
punizione. In modo concreto, conviene modificare l'elenco delle
priorità della vita e riorganizzare i valori fondamentali in un
ordine armonioso, in sintonia con le leggi cosmiche della giustizia,
del rispetto e dell'ubbidienza agli dei ed alle forze della natura.
L'astrologia celtica consiglia al Corvo-Ginepro di trascendere il
suo materialismo grossolano e lo esorta a provare ad aprire il
proprio cuore alla spiritualità per essere di nuovo illuminato e
riportato al proprio colore originale.
il
Bovaro – Bagolaro dal 18 settembre al 27 settembre
A
quei tempi, i Celti vivevano ancora di raccolta della frutta, di
caccia e di allevamento nomade. Un padre morì lasciando due figli
tra i quali dividere la sua eredità. Uno dei due figli, molto avido,
tenne tutti i beni per sé e cacciò il fratello, lasciandolo portare
via solo due buoi dalle grandi corna. Artorix, il fratello leso, si
ise in cammino, attraversò la foresta, cercando cibo e luoghi
accoglienti. Incontrò così Esus, il dio boscaiolo. Dopo aver
ascoltato le disavventure di Artorix, Esus il dio buono che esaudisce
tutti i desideri, abbattè un Bagolaro(albero simbolico che ancora
oggi porta il nome generico latino di Celtis), tagliandone i rami, ne
riquadrò una parte del tronco: preparò così un giogo ed un timone,
venne anche tagliato un grosso ramo che passò attraverso la fiamma
del fuoco. Artorix ricevette così da Esus il primo aratro, egli fu
quindi il primo ad aver arato un campo con l'aiuto dei buoi,
nell'equinozio d'autunno, per seminare dei cereali. Egli viene così
considerato l'iniziatore dell'agricoltura, e l'istitutore dell'arte
del nutrimento attraverso la coltivazione della terra-madre.
La
costellazione del Bovaro è rimasta associata all'equinozio di
autunno ed al Bagolaro. Questo albero dalle foglie caduche segue il
ritmo delle stagioni e porta i suoi piccoli semi – simboli dei
cereali – a maturazione sempre nella seconda metà del nostro mese
di settembre. Nel cielo. Il Bovaro sembra seguire la costellazione
dell'Orsa Maggiore.
Il
carattere:
Inflessibile e resistente, il
Bovaro-Bigolaro è un essere solido, perseverante che sa quello che
fa e perchè lo fa. Questo essere rustico non si pone tanti problemi
filosofici sul significato della vita: trova la risposta ai suoi
quesiti nel lavoro che permette il sostentamento nella vita, della
salute e delle gioie terrene. Non vi è nessuno più concreto di lui
nella ruota della vita cosmica. Scava la propria esistenza come un
solco nel campo: solo per interrare i semi che germoglieranno,
cresceranno nell'ombra e forniranno il cibo di domani. E' un essere
profondo: ha il senso della misura, della conservazione ed anche del
sacrificio. Bisogna seminare i semi del suolo, restituirli alla
Grande Madre, perchè Ella ce li restituisca centuplicati. Non fa mai
spese a caso, per cose futili: vede tutto come un investimento.
Elabora molti piani, dopo aver osservato la natura ed averne capito
le regole, ne rispetta le leggi. Al limite, si dà da fare affinchè
queste seguano la direzione che a lui conviene, poiché pensa in
termini di rendimento e profitto, in qualsiasi campo. Talvolta
taciturno ed estremamente testardo, il Bovaro-Bigolaro ha qualità
corrispondenti ai suoi difetti: ci si può fidare totalmente di lui,
perchè è generoso. Si dice che abbia un “cuore d'oro”. E'
famoso anche il suo “pollice verde”. Non si occupa di preconcetti
o teorie: gli interessano solo la pratica e l'esperienza diretta. E'
estremamente metodico e non ammette errori: ritiene indispensabile
ripararli per purificarsi. Corregge comunque le proprie azioni, i
propri sentimenti, i propri pensieri per adattarli alle esigenze del
momento, ciò lo porta a non avere la lungimiranza di una visione a
lungo termine. Per questo, il Bovaro-Bigolaro , così rispettoso
delle tradizioni e delle leggi della natura, così conservatore
nell'anima, può lasciarsi convincere dalla prima informazione
scientifica che gli capita di sentire e dalla prima esperienza
concreta che conferma tale informazione. Pieno di qualità, ecco il
Bovaro-Bigolaro solo, con una mentalità un po' ristretta, un modo di
ragionare che bada ai risultati immediati, valutando gli esseri e le
cose troppo da vicino, con la conseguenza di commettere errori spesso
difficili da correggere, perchè i vantaggi di ciò che ha realizzato
costituiscono poi degli ostacoli al cambiamento e alla revisione.
Rapporti
ed amicizie:
Fedeltà
e solidarietà, queste sono le qualità del Bovaro-Bigolaro per
quanto riguarda i rapporti di amicizia. Nessuna grande promessa,
nessuna frase sull'amicizia eterna. Una stretta di mano vale più di
qualsiasi contratto al mondo. Del resto, è così che da secoli si
concludono tutte le transazioni. Il Bovaro-Bigolaro si sente
maggiormente impegnato dalla parola data che dalla propria firma. I
rapporti tra gli esseri umani e non umani ( animali, piante, terra,
cielo, tempo) sono fondamentali per lui. Sa che l'uomo è solidale in
tutto l'universo. E' il primo ecologista cosciente.
Professione:
Naturalmente,
si incontra spesso il Bovaro-Bigolaro in ambienti rurali o in lavori
legati all'agricoltura, alle macchine utensili o ai campi, che
riguardano la produzione e la distribuzione del cibo. Il
Bovaro-Bigolaro dovrebbe dedicarsi a professioni intellettuali o
artistiche con molta prudenza: non vi eccelle e rischia di soffrirne
molto. Gli conviene evitare anche i mestieri che riguardano la guerra
e il diritto: bisogna essere veloci e vendicativi, pronti a comandare
o a sottomettersi. Il Bovaro-Bigolaro, anche se molto conservatore,
tiene molto alla propria indipendenza: ama organizzare il proprio
lavoro a modo suo, seguendo i ritmi della natura, le tradizioni. E'
un essere originale: ama essere sempre impegnato, ma non stressato.
Non vuol dover accelerare un ritmo che ama regolare, quasi un
routine, ad ogni modo ciclico ed ordinato. Il Bovaro-Bigolaro può
anche sviluppare le proprie qualità in carriere nelle quali le sue
capacità di innovazione tecnica e la sua ingegnosità possono
trovare applicazione. Ad esempio può trovare molte soddisfazioni
nella ricerca orientata agli sbocchi concreti delle scoperte
scientifiche, o in mestieri che hanno come obbiettivo il trasformare
il valore di beni già esistenti. Sensibile ed attento ai
particolari, eccelle in professioni che richiedono delle “finiture”
curate.
Amori:
Il
significato dell'amore, per questo segno, risiede essenzialmente
nella formazione di una famiglia. Anche se molto sensuale, il
Bovaro-Bigolaro non riesce mai a liberarsi della preoccupazione delle
conseguenze dei suoi atti. In amore, pensa alla “produzione” di
figli. Lo scopo delle relazioni sessuali è quello di riprodursi, di
perpetuare il genere umano, gli suggerisce sempre il suo essere
profondo. Poco romantico, per niente un esteta, il Bovaro-Bigolaro
si sceglierà un marito o una moglie seguendo i criteri di un
allevatore di cavalli: sempre con lo scopo di “migliorare la
razza”. Se sceglie un essere, quest'ultimo deve essere sano e
robusto.
Per
il Bovaro-Bigolaro, si tratta di diventare Esus in persona, il dio
ingegnoso che esaudisce tutti i desideri. Il destino del
Bovaro-Bigolaro passa attraverso orte strette. Una volta superate
queste soglie, si accorge che l'universo esterno non è altro che il
riflesso della sua vita intima, l'ordine cosmico che egli osserva e
decifra non essendo altro che la propria creazione artistica. Lui,
che si dichiara un materialista inguaribile, può accorgersi allora
del fatto che tutti gli avvenimenti della propria esistenza sono il
prodotto della propria immaginazione. Scopre quindi che esiste in lui
uno Spirito, una forza di coesione e di coerenza all'origine della
sua vita quotidiana. Smettendo di ubbidire al mondo delle apparenze
raggiunge il suo grado supremo; se il Bovaro-Bigolaro saprà
attaccarsi all'aratro per arare la propria anima, essa darà luogo ad
una esistenza ricca di significati e di simboli.
l’Eroe
Terrestre – Pioppo dal 28 settembre al 7 ottobre
Il
mito:
Dis,
il dio padre degli dei e degli uomini, meditò a lungo prima di
arrivare alla seguente decisione: “Voglio generare un figlio con
una mortale, questo figlio sottomettendosi a prove incredibili, con
il proprio coraggio, arriverà da solo al rango degli dei. Otterrà
allora l'immortalità e diventerà il protettore degli dei e degli
uomini.” Egli scelse quindi con cura la donna che avrebbe potuto
generarlo e si unì a lei trentasei ore, assumendo le sembianze del
suo legittimo sposo.
Nel
decimo mese lunare Ogmios che iniziò subito a parlare e che inventò
l'antica scrittura celtica, denominata ancora oggi Ogman: questo fu
il primo segno. Il verbo è il creatore della vita ed allontana la
morte: Ogmios aveva appena compiuto il suo primo atto di protezione
nei confronti degli dei e degli uomini. Eseguì quindi i dodici
famosi lavori, che gli consentirono di essere paragonato al dio
Ercole al tempo della conquista romana. La costellazione che porta
oggi il nome Ercole si chiama Ogimios da secoli, dal nome dell'Eroe
Terrestre della mitologia celtica. La clava dalla quale Ogimios non
si separa mai è ricavata dal egno di un pioppo, un albero che cresce
alto verso il cielo, come l'Eroe Terrestre dall''indomita volontà,
capace di diventare immortale con la propria forza.
Il
carattere:
La sua inflessibile volontà e la sua
perseveranza sono proverbiali per i Celti. Nessuno ha mai visto
l'Eroe Terrestre- Pioppo rinunciare ad una azione o un combattimento.
Ama e ricerca le prove più difficili. La sua forza da super uomo lo
rende a volte irascibile e poco gentile; la sua resistenza spaventa
spesso coloro che lo avvicinano, assomiglia ad un Tirannosauro in
piedi, pronto a distruggere tutto il suo cammino, il corpo teso come
un arco in un fantastico sforzo, oltre la condizione umana. Sembra
spesso instabile e poco accomodante perchè la realizzazione dei
propri scopi è prioritaria in tutti i suoi rapporti con il mondo.
Quando si mostra in società egli viene notato: è molto diverso
dalla maggior parte della gente. Quando attraversa la folla, modifica
il proprio comportamento: lo si potrebbe considerare un eccentrico,
un originale, persino uno snob, ma questi criteri di giudizio non
sono appropriati alla sua eccezionale personalità. Affascina, ma
nello stesso tempo preoccupa: sembra sempre guardare altrove,
distante dalle abituali preoccupazioni degli uomini. Detesta essere
disturbato o in ritardo. Tutti i suoi desideri sono degli ordini che
realizza immediatamente. Non sopporta che gli si resista e piega
tutti gli ostacoli con la sua forza: viene spesso soprannominato
“bulldozer”. Anche se sembra un po' burbero, è in realtà molto
sensibile, ma non lo dimostra, svela raramente i propri sentimenti e
sembra distaccato dai rapporti umani quotidiani.
Rapporti
ed amicizie:
I
rapporti che stabilisce sono molto superficiali, oppure molto
profondi, ma sempre legati alla realizzazione dei propri progetti. In
amicizia, si ritrova sempre a fare la pare del fratello maggiore, del
protettore, e riceve molta riconoscenza da parte degli altri. Spesso
viene chiamato a riparare torti e si arrabbia terribilmente quando
viene minacciato uno dei suoi amici; in quei casi è meglio non
doverlo affrontare.
I
suoi lavori, come le sue lotte, ne fanno u campione contro le sue
forze distruttrici dell'Universo. E' simbolo della solidarietà
umana.
Professione:
E'
certo meglio non indirizzare un figlio Eroe Terrestre- Pioppo verso
una professione statale o di piccolo commercio: le professioni in cui
egli eccellerà ( perchè cambierà più volte nella sua vita)
saranno quelle che avrà scelto da sé e che gli daranno sempre molto
da fare. Ama comunque le difficoltà, le sfide alla propria
intelligenza o alla propria forza. Apre nuove vie in tutti i settori
che avvicina. La crescita verticale del Pioppo simboleggia la volontà
di raggiungere i gradi più elevati della spiritualità. Un Eroe
Terrestre- Pioppo famoso ( lo sono quasi tutti se non sono inibiti o
sviati dalla loro vocazione) portava addirittura il nome di Mahatma,
ossia “grande Anima”, si tratta di Gandhi.
Amori:
Come
amante è un po' violento e rozzo. Non è né romantico, né
partigiano dell'amore platonico. Bisogna che il suo partner non sia
troppo esigente in amore e che si accontenti del riposo del
guerriero, altrimenti la vita rischia di diventare molto triste. La
fedeltà è la specialità dell' Eroe Terrestre- Pioppo, ma il suo
corpo rischi di avere desideri diversi da quelli del cuore; il fatto
che sia figlio illegittimo di un dio e di una mortale spiega perchè
non considera molto importante la sessualità. Può essere licenzioso
e salace in certi momenti, soprattutto se il combattimento del giorno
è stato faticoso, e dopo aver abbondantemente bevuto per festeggiare
la propria vittoria.
Destino:
Sarebbe
un errore ritenerlo un arrivista, un ambizioso o un megalomane, è un
essere tutto teso verso uno scopo elevato, il ritorno della divinità
nell'uomo. Il rapporto tra Ogmios e il Verbo fornisce il filo
conduttore del destino eccezionale dell' Eroe Terrestre- Pioppo,
evadere dal proprio corpo, dalla materia e, attraverso particolari
equilibri tra volontà e disciplina, raggiungere l'essenza divina che
risiede nel cuore di ogni uomo.
Il
fatto che questa metamorfosi si effettui sviluppando la forza
muscolare indica quanto scrupolosa perseveranza dimostra l' Eroe
Terrestre- Pioppo. Scagli pure la prima pietra colui che non ha mai
avuto il piacere di respirare l'aria pura delle vette! Gli altri
possono capire questa ricerca dell'impossibile nel superamento della
realtà animale attraverso la metamorfosi corporea: ci troviamo
difronte al mistero celtico della resurrezione del corpo quale fine
della trasmigrazione dell'anima nelle varie incarnazioni.